Dal “Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia”, dell’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, si ricava che il consumo degli antibiotici è calato del 21,7% rispetto al 2019 e la spesa farmaceutica totale, nel 2020, è stata di 30.500.000.000 di €.
di Redazione —
Dai dati dell’ultimo Rapporto AIFA sull’uso dei farmaci in Italia, presentato lo scorso 23 luglio 2021, si ricava che nel 2020 poco più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci, è stata osservata una crescita della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età, in particolare la popolazione con più di 64 anni ha assorbito oltre il 60% della spesa e circa il 70% delle dosi, che la riduzione del consumo degli antibiotici rispetto al 2019 del 21,7% e, come osserva l’ AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, si tratta di una tendenza che «potrebbe essere attribuita alla modifica dei modelli organizzativi (come l’accesso agli ambulatori dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, adozione della ricetta elettronica) e alla diffusione dei dispositivi di protezione individuale, che può aver ridotto la trasmissione delle infezioni batteriche.».
Il Rapporto, nel segnalare un aumento per i vaccini antinfluenzali, pari al +23,6%, grazie a un aumento dell’adesione alla campagna vaccinale nel corso del periodo pandemico, evidenzia, anche, l’impatto della pandemia nell’uso dei farmaci in Italia. Infatti, per quanto riguarda i farmaci utilizzabili nell’ambito del trattamento del Covid, nel 2020 il consumo si è attestato a 20,7 DDD/1000 abitanti die con un incremento pari al +8,5% rispetto al 2019.
In particolare, le eparine rappresentano quasi la metà dei consumi e circa un terzo della spesa, seguite da corticosteroidi, come il metilprednisolone e il desametasone.
Alla domanda che sorge spontanea su a quanto ammonta la spesa per i farmaci in Italia, rispondiamo agevolmente con le parole di Giuseppe Traversa, dirigente dell’Area Area Strategia ed Economia del Farmaco, che così spiega: «Dai dati presentati la spesa farmaceutica è ben monitorata e risulta sotto controllo. Il confronto internazionale mostra inoltre che l’Italia è tra i Paesi europei più rapidi per l’arrivo in commercio dei farmaci e tra i pochi a garantire un numero così elevato di principi attivi.».
In particolare, la spesa pubblica, con un valore di 23.400.000.000 di €, rappresenta il 76,5% della spesa farmaceutica complessiva e il 18,9% della spesa sanitaria pubblica, ed è rimasta pressoché stabile rispetto al 2019 (-0,8%). La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche pari a circa 13.500.000.000 di €, con 222,87 € pro capite, risulta essere stabile sia nella spesa (+0,9%) sia nei consumi (+1,5%) rispetto all’anno precedente.
Inoltre, ha raggiunto circa 5.700.000.000 di € la spesa per farmaci di classe C a carico del cittadino, anch’essa stabile rispetto al 2019.
Di questi il 57,8% (3.300.000.000) è relativo a farmaci con ricetta e il 42,2% (2.400.000.000) a farmaci di automedicazione (SOP e OTC), comprensivi di quelli erogati negli esercizi commerciali. Le benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano le categorie a maggiore spesa. Considerando solo i farmaci di automedicazione, i primi principi attivi per spesa sono diclofenac, ibuprofene e paracetamolo.