Mentre offendono e bullizzano la testimonial di Pro Vita e Famiglia Onlus arriva la testimonianza choccante di Marta, che a 19 anni ha abortito e che, a volto coperto per paura di ritorsioni, dopo tanti anni, ne parla come un enorme sbaglio e una vera e propria autodistruzione, come afferma nella video-intervista: «L’aborto è la distruzione di se stessi e dell’altro, il bambino in grembo.».
di Redazione —
Dopo i comportamenti offensivi e bullizzanti, nei confronti Maria Rachele Ruiu, testimonial di Pro Vita e Famiglia, arriva la testimonianza choccante di Marta, che, a 19 anni ha abortito e che, a volto coperto, per paura di ritorsioni, dopo tanti anni, ne parla come un enorme sbaglio e una vera e propria autodistruzione, come dice nella video-intervista: «L’aborto è la distruzione di se stessi e dell’altro, il bambino in grembo.».
A proposito delle ‘contestazioni’ avvenute dopo che nella città di Romeo e Giulietta sono stati affissi cartelli ‘pro-life’ con l’immagine di Maria Rachele Ruiu, testimonial di Pro Vita e Famiglia, successivamente volgarmente imbrattati ed esaltati sui social, Toni Brandi, presidente della onlus, così si è espresso: «Sta accadendo che il successo della nostra campagna #stopaborto contro la pillola abortiva Ru486 stia scatenando rabbia, odio e violenze contro di noi. Parliamo a ragion veduta di successo, perché, lo scorso 10 febbraio 2021, anche l’Abruzzo ha inviato una circolare che è una forte raccomandazione alle ASL regionali, “affinché l’interruzione farmacologica di gravidanza con utilizzo della pillola RU486 sia effettuata preferibilmente in ambito ospedaliero e non presso i consultori familiari” rigettando, così, le assurde direttive della circolare del Ministro Speranza. Siccome queste sono le vere conquiste per le donne, ma vengono ostacolate dai mass media e dalle voci progressiste e femministe, a Verona offendevano e bullizzavano la nostra Maria Rachele Ruiu, non avendo altri argomenti su cui dibattere.».
«È successo che lo scorso 10 febbraio 2021, ‘Repubblica’ e, poi, anche il ‘Corriere’ abbiano deciso di pubblicare una foto del nostro manifesto imbrattato, dando solo agli ‘imbrattatori’ la parola e permettendo, di fatto, un vero e proprio shit storm sulla mia persona. È forse questo l’agire che suggeriscono quando parlano di libertà delle donne? Io cosa sono? Stessa domanda rivolgo ai deputati del PD, che nella loro pagina, hanno pubblicato un manifesto ‘rivisto e corretto’.
È stato usato il mio volto per sponsorizzare un messaggio, che non solo non condivido, ma combatto! Questa non è violenza? Teoricamente avrebbero dovuto difendermi dalle ingiurie e dal bullismo che ho ricevuto, visto che si battono per questo.
A prescindere da tutto, le donne si meritano più dell’aborto e io mi batterò sempre per questo. Il fatto che i manifesti siano stati accolti così, mi confermano che, nel 2021, non si può parlare di aborto, se non come dogma», ha dichiarato Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo e testimonial di Pro Vita e Famiglia.