Tra le tante domande poste: è vero che la produzione di DPI è così eccedente da non servire e perché non viene messa sul mercato e venduta ad altre Regioni? Che fine fanno i lavoratori assunti? Che fine hanno fatto le oltre 100 macchinette per la sola lettura dei tamponi antigenici di terza generazione che nessuno ha mai visto?
«Chi amministra il denaro pubblico ha un dovere morale, prima ancora che di rendicontazione istituzionale, fare chiarezza su come lo spende e per cosa lo spende. È indubbio che per la gestione Covid in Puglia, soprattutto per quanto riguarda i conti della Protezione Civile, vi è una certa opacità.
Abbiamo già denunciato lo spreco di denaro pubblico per l’ospedale Covid nella ‘Fiera del Levante’, sul quale altre Istituzioni ora hanno acceso i riflettori. Stiamo parlando di circa 20.000.000 di €, non spiccioli… Ora potrebbe esserci un doppio spreco: di denaro e di DPI, Dispositivi di Protezione Individuale.
Durante la prima e seconda ondata Covid abbiamo visto Michele Emiliano, in versione “agente di rampa” sulla pista dell’Aeroporto di Bari-Palese, accogliere i cargo che arrivavano dalla Cina e da dove venivano scaricati decine e decine di tonnellate di DPI: quel materiale quanto è costato e come è stato distribuito?
Perché, a fronte di un così massiccio arrivo di materiale dalla Cina, oltre quello distribuito a tutte le Regioni dalla Protezione Civile nazionale, la Regione agli inizi di agosto, in piena campagna elettorale, sente il bisogno di aprire la prima fabbrica pubblica di DPI attiva in Italia?
Perché, una fabbrica che, viene annunciato in pompa magna, è in grado di produrre – a regime – 30.000.000 all’anno di mascherine chirurgiche, 15.000.000 di FFP2 e 15.000.000 di FFP3 e che all’inizio di quest’anno ottiene la certificazione UE, anche questa annunciata in pompa magna… Oggi chiude?
È chiaro che le domande sono tante e necessitano di una risposta, da parte del presidente in primis, per questo ho immediatamente chiesto al presidente della prima Commissione, Fabiano Amati, di audire il presidente Emiliano e il dirigente della Protezione Civile, Mario Lerario, per sapere: la fabbrica regionale dei DPI quanto è costata ai pugliesi? E’ vero che la produzione è così eccedente da non servire? Perché non viene messa sul mercato e venduta ad altre Regioni? Che fine fanno i lavoratori assunti?
Sempre da Emiliano e Lerario vogliamo sapere che fine hanno fatto le oltre 100 macchinette per la sola lettura dei tamponi antigenici di terza generazione che nessuno ha mai visto?
Insomma, siamo di fronte a nuovi ospedali e nuove fabbriche che vengono a costare milioni di € che potrebbero non servire. Pantalone direbbe: e io pago!», dice Ignazio Zullo, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, che ha chiesto l’audizione, in Commissione Bilancio, del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, e del dirigente regionale della Protezione Civile, Mario Lerario.