Il geologo SIGEA, Michele Orifici, nel segnalare la mancanza di compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica dell’opera da realizzare, sottolinea come il Paese abbia bisogno di: «interventi di risanamento e mitigazione del rischio basati su corretti approfondimenti geologico-territoriali nel rispetto degli equilibri territoriali.».
di Redazione —
«Abbiamo scritto una lettera alle Commissioni parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato esprimendo preoccupazioni in merito alle semplificazioni della norma sui lavori pubblici contenuta nel “Nuovo” Codice degli appalti. Si rischia di penalizzare fortemente il quadro delle conoscenze del territorio nell’ambito del quale vengono inserite le opere», sono le parole di Antonello Fiore, Presidente Nazionale della SIGEA, Società Italiana di Geologia Ambientale, a cui hanno fatto eco quelle di Michele Orifici, geologo SIGEA, in relazione al testo, approvato dal Consiglio dei Ministri, lo scorso 16 dicembre 2022, ora all’attenzione delle rispettive commissioni parlamentari, che ha sottolineato: «Riteniamo necessario, per il ruolo sociale che la nostra organizzazione riveste, evidenziare alcuni aspetti, relativi al “Nuovo Codice degli appalti”, che vanno in contrasto con lo sviluppo delle economie locali e nazionali e più in generale con il benessere del popolo italiano e la tutela del territorio. Rileviamo in particolare come nell’art. 41 manchino specifici riferimenti alla compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica dell’opera da realizzare. L’assenza di tale riferimento, oltretutto già contenuto nell’art. 23 del vigente “Codice degli appalti” (D. Lgs. 50/2016), per le motivazioni sopra esposte ci induce a manifestare forte preoccupazione.
Riteniamo che la corretta stesura di un progetto di fattibilità tecnica ed economica, non possa prescindere dalla fondamentale valutazione degli scenari pre-intervento e post-intervento di un’opera.
La realizzazione di un’opera è condizionata dall’ambiente naturale e lo modifica, l’assenza della “compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica”, oltre a non consentire un’adeguata valutazione rispetto alle trasformazioni apportate ai settori oggetto degli interventi, pone preoccupanti limiti rispetto alla qualità del progetto causando di conseguenza il sostanziale rischio di ricadute negative sulla sicurezza delle opere e della salvaguardia del territorio.
Richiamiamo l’attenzione sull’abrogazione dell’art. 31 comma 8 dell’attuale D.lgs. 50/2016, relativo al divieto di subappalto della Relazione Geologica. Tale abrogazione, rispetto alla necessità di assicurare una prestazione d’opera professionale specialistica come quella molto importante della relazione geologica, contrasta con l’esigenza di una adeguata gestione del territorio, ancor più, tenuto conto del susseguirsi degli eventi naturali condizionati anche dalla crisi climatica in atto e dei conseguenti effetti sull’ambiente antropizzato che sempre più lo caratterizzano.
Come SIGEA-APS esprimiamo la forte preoccupazione di alcune semplificazioni della norma sui lavori pubblici contenuta nel “Nuovo” Codice degli appalti che si rischia di penalizzare fortemente il quadro delle conoscenze del territorio nell’ambito del quale vengono inserite le opere.
Il Paese ha bisogno di interventi di risanamento e mitigazione del rischio basati su corretti approfondimenti geologico-territoriali nel rispetto degli equilibri territoriali. Si confida nella sensibilità delle Vostre competenti commissioni per ristabilire la necessaria attenzione alla sicurezza del territorio.».