Dal nuovo dossier di Cittadinanzattiva la fotografia impietosa della scuola italiana tra i 45 crolli dello scorso anno scolastico, le certificazioni assenti in una scuola su due, gli edifici vetusti e messi male, nonché, sovraffollamento e poca considerazione del rischio terremoto, con 4.300.000 bambini e ragazzi che risiedono in 11 le regioni con Comuni in zone ad elevato rischio sismico e tutte, ad eccezione della Sardegna, con Comuni in zona a rischio medio-elevato, dove gli edifici scolastici migliorati e adeguati sismicamente sono soltanto il 2%.
di Piero Mastroiorio —
‘Anno nuovo vita nuova‘ si è soliti dire ad ogni inizio d’anno, così non è per la scuola italiana, per essa è anno nuovo problemi vecchi! Infatti, la scuola italiana non sta bene in salute, soprattutto, sulla sicurezza, perché, stando all’ultima ed impietosa analisi di CittadinanzaAttiva, che lo scorso 15 settembre 2022, ha presentato il 20° Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola”, nato nell’ambito della campagna Impararesicuri e partito 2002, all’indomani del crollo della scuola ‘Iovine’ di San Giuliano di Puglia, in Molise, ha rivelato come nell’ultimo anno scolastico ci siano stati 45 crolli a scuola, uno ogni quattro giorni, le certificazioni siano assenti in una scuola su due ed il patrimonio edilizio scolastico sia vetusto e messo male, come sottolinea la stessa Associazione: «Un patrimonio edilizio scolastico vecchio e malconcio, visto che più del 40% delle scuole è stato costruito prima del 1976 e oltre la metà è privo delle certificazioni di agibilità statica e di prevenzione incendi, con 45 i casi di crollo registrati negli istituti di vario ordine e grado fra settembre 2021 e agosto 2022, circa un episodio ogni quattro giorni di scuola.».
Gli istituti secondari di secondo grado mostrano più degli altri le crepe dovute all’età, che vanno dai ritardi alla lunga interruzione nell’assegnazione dei fondi alle Province, depauperate di risorse tecniche e professionali, all’irrisolto problema delle classi sovraffollate, circa l’8% del totale, ossia 9.974 classi delle superiori nel 2020-21 con più di 26 studenti, come dice Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, che nel chiedere un impegno importante alle forze politiche, precisa: «A partire dal 2015 i governi hanno investito in maniera importante sull’edilizia scolastica del nostro Paese. Ora grazie al PNRR arrivano ulteriori importanti fondi, 12,6 mld di €, per l’ammodernamento e la messa in sicurezza di molti istituti, per la costruzione di nuove scuole, ancora poche, di ambienti digitali, di mense, di palestre e di servizi 0-6.
Ad eccezione dei nidi, le richieste degli Enti locali sono state di gran lunga superiori alle disponibilità offerte dal PNRR. Rispetto, per esempio ai 216 nuovi edifici scolastici le richieste sono state 543, più del doppio. 444 le palestre ammesse a finanziamento su 2.859 richieste, 1000 le mense su 1.088 richieste. Nonostante i fondi del PNRR, permangono numerose criticità, come mostrano i numeri di questo Rapporto, a cui speriamo il Governo che verrà voglia dare risposte certe e rapide. Chiediamo un impegno importante alle forze politiche, affinché, diano continuità agli stanziamenti per l’edilizia scolastica, oltre il PNRR, per garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole e per investire sulla salute a partire dalla qualità dell’aria nelle aule, programmando interventi specifici per sistemi di aerazione e ventilazione. Contrastino la povertà economica ed educativa, garantendo nelle scuole primarie il tempo pieno e la mensa scolastica come servizio universale e gratuito, estendendo l’offerta e la gratuità degli asili nido soprattutto per le fasce sociali più deboli.».
In attesa di un segnale forte e deciso da parte della politica il Rapporto evidenzia, tra l’altro, come il 42% delle scuole, 16.794, sia stato costruito prima del 1976, per circa un ulteriore quarto non si conosce invece la data di costruzione, come oltre la metà delle scuole non sia in possesso del certificato di agibilità statica, assente per quasi il 58% degli istituti, né di quello di prevenzione incendi, assente in circa il 55% dei complessi e di come oltre il 40% si privo del collaudo statico. Se tra le Regioni che presentano una percentuale più bassa di scuole che possiedono la certificazione di prevenzione incendi le troviamo Lazio (12,21%, Calabria (18,75%), Sardegna (22,81%), di contro, Valle d’Aosta (51,74%), l’Emilia Romagna (49,50%), l’Umbria (47,80%), il Molise (47, 05%), presentano quella più alta.
Riguardo il Documento Valutazione Rischi, il report rivela come ne sia possessore il 77% delle scuole, con le Marche al 90,2%, seguita da Veneto, Umbria, Toscana, Sicilia, Lombardia con percentuali oltre l’80%, tra le regioni più virtuose, mentre, l’Abruzzo con il 33% risulta essere Regione con la percentuale più bassa. Il Piano di emergenza, redatto dal 79% delle scuole, annovera, tra le regioni più virtuose, sempre al primo posto, le Marche (91,08%), seguita da Veneto (88%), Toscana (86%), Umbria (85%), Lombardia (83%), Basilicata (80%), mentre, la Regione con le percentuali più basse risulta essere, anche per questo adempimento, l’Abruzzo con il 34%.
Riguardo ai crolli, fortunatamente, avvenuti gran parte di notte, nei fine settimana, o in periodi di chiusura, che, comunque, hanno provocato il ferimento di alcune persone, oltre a danni agli ambienti e agli arredi, interruzione della didattica, provocando ingenti disagi agli studenti e alle loro famiglie, Cittadinanzattiva, tra settembre 2021 e agosto 2022, attraverso gli articoli di giornale, ne ha contati 45, di cui 16 nelle regioni del Sud e nelle Isole di Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna, 19 nel Nord, Lombardia, Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e 10 nelle regioni del Centro, Toscana e Lazio.
Riguardo alla nota dolente, da tenere continuamente sotto la lente d’osservazione, il rischio terremoto, di cui nessuna Regione italiana è al riparo, il Report rivela come siano 11 le Regioni che hanno Comuni in Zona 1, cioè, ad elevato rischio sismico, ma tutte, ad eccezione della Sardegna, hanno Comuni e scuole in Zona 2 (, cioè, a rischio medio-elevato, con 4.300.000 bambini e ragazzi che risiedono in queste due zone e solo il 2% degli edifici migliorati e adeguati sismicamente, mentre quelli progettati secondo la normativa antisismica sono il 7% del totale, cioè 2.740 edifici. I risultati migliori si riferiscono a Friuli Venezia Giulia (28%), Umbria (23%), Marche (17%), Molise e Toscana (12%), Veneto (10%), quelli peggiori a Campania (1%), Lazio (2%), Liguria e Lombardia (3%). Le prove di evacuazione obbligatorie, importantissime in un territorio così ad alto rischio sismico, da tenersi almeno due volte l’anno, nel 2020-2021 sono state effettuate in poco più della metà delle scuole (56%), non sono state effettuate nel 33% o sono state effettuate solo in alcune classi nell’11% e, quando vengono effettuate, riguardano il rischio Incendio nel 99% dei casi e quello sismico nel 77% dei casi.
Le scuole superiori, stando al Rapporto, risultano essere vecchie e con aule sovraffollate, con 2.661.856 pari al 36% del totale degli studenti, iscritti nell’anno scolastico 2021-2022, ospitati in 7.143 edifici scolastici, il 18% del totale, di competenza della Province e delle Città Metropolitane, di cui il 31% non ha indicazione sul periodo di costruzione, rispetto al restante 69%, di cui oltre il 52% è stato costruito prima del 1976. Oltre la metà degli edifici non ha agibilità, 67% contro il 58% del resto delle scuole, mentre il 47,5%, rispetto al 41,4% del totale delle scuole, non ha la prevenzione incendi. In merito alla sicurezza sismica, la situazione degli istituti superiori è grave quanto quella delle altre scuole: soltanto l’1% è stato migliorato o adeguato sismicamente, il 9% è stato progettato secondo la normativa antisismica. La situazione non migliora neanche riguardo la sicurezza interna: riguardo al possesso del Documento Valutazione Rischi il dato è fissato al 76%, quello complessivo è del 77%. In relazione al Piano di emergenza, il dato si ferma, per i possessori al 78% delle scuole superiori rispetto al 79% del totale degli edifici. Il calcolo sull’affollamento rivela 9.974 classi della secondaria di II grado, nel 2020-21, con più di 26 studenti, pari all’8% del totale, dove, non gli Istituti Tecnici, ma Licei Scientifici hanno il maggior numero di classi con non meno di 27 studenti, con classi oltre il limite pari al 13%, cioè 3.899, seguono i Licei Classici, con il 9,4% delle classi in sovrannumero e gli Istituti Tecnici con 7,1%.