PAOLONI: «La gestione che diventa particolarmente difficile è quella degli immigrati irregolari che tentano costantemente la fuga… Che creano un grave precedente per la sicurezza, perché non identificati e liberi di muoversi per il territorio… Tutto questo accade nella piena consapevolezza del Ministro Lamorgese, che, nonostante più volte sollecitata, non da nemmeno cenni di riscontro.».
di Redazione —
«Non solo la Sicilia, non solo le coste salentine, ma anche la Calabria rientra in quel range di location scelte per gli sbarchi clandestini e/o accompagnati da ONG. Dall’Hub Regionale di Crotone, conosciuto come C.A.R.A. di Crotone che, ieri, ha assistito al 55° sbarco dall’inizio dell’anno, fino ad arrivare alle coste di Roccella Jonica dove nel mese di agosto si è assistito a 10 operazioni di soccorso e all’arrivo di 850 migranti nella cittadina costiera, senza dimenticare quelli fantasma, che lasciano carcasse di barche sulle spiagge della regione», dice Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP, Sindacato Autonomo di Polizia, affermando: «Ci sentiamo di sottolineare che la situazione è veramente critica, soprattutto nel C.A.R.A. dove è diventato difficile gestire l’afflusso degli arrivi per due ordini di fattore:
In primis perché moltissimo personale viene distolto dal contrasto alla criminalità per gestire gli sbarchi e l’immigrazione clandestina e in una regione critica come la Calabria, anche il contrasto alla criminalità organizzata e alla ‘ndrangheta ovviamente ne risente. In seconda battuta, ma non per ordine di importanza, l’Hub regionale di Crotone lamenta una grande sofferenza, causata dagli importantissimi numeri di migranti che a catena creano una grande difficoltà nella vigilanza soprattutto in determinati momenti. Anche perché la naturale destinazione del C.A.R.A. sarebbe quello della gestione dei richiedenti asilo politico. Ossia di persone che non propendono alla fuga, ma sono in attesa di un titolo autorizzativo.
«La gestione che diventa particolarmente difficile è quella degli immigrati irregolari che tentano costantemente la fuga. Soggetti che provano a sfuggire ai controlli appena messo piede a terra e che creano di seguito un grave precedente per la sicurezza, perché non identificati e liberi di muoversi per il territorio. Le difficoltà per i colleghi del centro sono aumentate a causa della carenza di organico, dello sbarco continuo di migranti, ma anche per la gestione degli spostamenti degli stessi. Tutto questo accade nella piena consapevolezza del Ministro Lamorgese, che, nonostante più volte sollecitata, anche, dalla nostra Organizzazione Sindacale, non da nemmeno cenni di riscontro», conclude Paoloni.