Confcommercio lancia l’allarme sulle conseguenze del caro energia calcolando a rischio chiusura 120.000 imprese con relativi 370.000 posti di lavoro in bilico e Assoutenti avverte “a ottobre nuovi rincari per le tariffe di luce e gas e ulteriori rialzi dei prezzi al dettaglio”.

di Redazione —

«Tra le imprese del terziario di mercato sono circa 120.000 quelle a rischio chiusura da qui ai primi sei mesi del 2023, con relativi 370.000 posti di lavoro in bilico», è l’allarme lanciato da Confcommercio, che ha elaborato nuove stime sulla base dell’incremento dei prezzi delle materie prime energetiche e dell’inflazione, con il forte aumento di quest’ultima dovuto per l’80% proprio all’impennata del prezzo dell’energia, secondo la cui analisi: «tra i settori più esposti troviamo il commercio al dettaglio, in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas, la ristorazione e gli alberghi, che hanno avuto aumenti tripli rispetto a luglio 2021, i trasporti, che oltre al caro carburanti, +30-35% da inizio pandemia ad oggi, si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima. A risentire pesantemente della situazione sono però anche i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell’abbigliamento, nonostante una stagione di saldi marginalmente favorevole.
Complessivamente la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33.000.000.000 di €, il triplo rispetto al 2021 e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi).  Uno scenario che rischia un ulteriore peggioramento senza interventi specifici e nuove misure di sostegno, e che può portare a una forte frenata all’economia nella seconda parte dell’anno.».

«Si profila un autunno nero all’orizzonte, con nuovi rincari per le tariffe di luce e gas e ulteriori rialzi dei prezzi al dettaglio», avverte Assoutenti, commentando l’allarme lanciato da Confcommercio, spiegando, attraverso le parole e il presidente Furio Truzzi, come siano «a rischio non sono solo le imprese, ma milioni di famiglie. Per sopravvivere e sostenere i maggiori costi energetici a loro carico le imprese saranno costrette ad aumentare i listini, gettando benzina sul fuoco dell’inflazione che salirà ulteriormente. Inevitabili poi gli incrementi delle tariffe che scatteranno ad ottobre e che aggraveranno la spesa per l’energia proprio nei mesi in cui aumentano i consumi di gas da parte degli italiani. Una situazione estremamente pericolosa, che deve essere affrontata subito, ricorrendo ai prezzi amministrati per luce e gas, così da combattere le fluttuazioni delle quotazioni energetiche e le speculazioni sui mercati che rischiano il prossimo autunno di mettere in ginocchio l’economia italiana.».

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