FDI: «Se i bandi hanno questi prezzi è chiaro che non saranno mai appetibili per le imprese, a meno che non siano già sicure di poter accedere a variazioni in corso d’opera. Operazioni non sempre trasparenti, con tutto quello che ne consegue. L’invito, quindi, è di ritirare immediatamente il prezziario per adeguarlo all’aumento reale dei prezzi delle materie prime.».
di Redazione —
«Sciatteria, incompetenza o cosa? Ce lo stiamo chiedendo da quando abbiamo avuto fra le mani il tanto sospirato ‘Prezziario 2022’ della Regione Puglia, ma, a quanto pare, dopo un ritardo di tre anni, i prezzi erano fermi al 2019, siamo di fronte ad adeguamenti irrisori e che non tengono minimamente conto del Decreto prezzo approvato dal Governo, il 4 aprile scorso e, oltretutto, fanno riferimento agli aumenti di un anno fa e quindi diventa inutile, perché già vecchio», hanno detto Ignazio Zullo, capogruppo, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Francesco Ventola, consiglierei regionali di Fratelli d’Italia, sottolineando: «Qualche esempio, per capire meglio: l’ACCIAIO nel precedente prezzario 2019 era di 1,90 €, per chilogrammo, nel nuovo prezzario è stato portato a 2,18 con un aumento del 14,7%, mentre il ‘Decreto Prezzi’ prevedeva un aumento del 72,25 per il 2020, con un ritocco a 87,7 per quest’anno.
Ciò significa che, ogni chilo di acciaio, nei capitolati di appalto, dovrebbe essere pagato fra i 71,25 € e 133,70 €, non 2,18 €. Stesso discorso per il Conglomerato bituminoso, che la Regione ha portato a 2,01 a metro/quadro, mentre dovrebbe essere adeguato a un costo fra 48 e 80 € e l’Acciaio per carpenteria metallica, che è stato adeguato a 4,30, ma dovrebbe costare fra i 105,63 e 168,35.
È del tutto evidente che, le variazioni inserite nel ‘Prezziario 2022’ sono irrisorie, inutili e ormai fuori mercato, possono essere state fatte con totale disattenzione, senza neppure tener conto del ‘Decreto prezzo’ del Governo Draghi.
Forse, perché, l’Ufficio, fortemente sollecitato dalle associazioni edili e dalla politica, ‘Fratelli d’Italia’ è da circa un anno che chiedeva adeguamento, ha stilato qualcosa più per ‘togliere davanti un problema’, senza voler davvero risolvere il problema dei problemi degli appalti della Regione Puglia?
Se i bandi hanno questi prezzi è chiaro che non saranno mai appetibili per le imprese, a meno che non siano già sicure di poter accedere a variazioni in corso d’opera. Operazioni non sempre trasparenti, con tutto quello che ne consegue. L’invito, quindi, all’assessore Piemontese, è di ritirare immediatamente il prezziario per adeguarlo all’aumento reale dei prezzi delle materie prime.».