Mentre, per l’UNC, Unione Nazionale Consumatori, i dati ISTAT sui viaggi sono preoccupanti e dimostrano il «fallimento del bonus vacanze», il CODACONS lancia l’allarme sui rincari nel settore turismo: «Gli italiani reagiranno ai rincari riducendo la spesa destinata alle vacanze.».

di Redazione —

In attesa degli ultimi dati relativi alle ultime due festività Pasqua e 25 aprile, gli ultimi dati forniti dall’indagine sul turismo dell’ISTAT, Istituto di statistica italiano, secondo cui nel 2021 il numero di viaggi con pernottamento è di 41.648.000, il 10,98% in più rispetto al 2020, che era di 37.527.000, ma molto lontani da quelli pre-pandemia, che era di 71.254.000, nel 2019, con una caduta del 41,55%, preoccupano, non poco, l’UNC, Unione Nazionale Consumatori, che attraverso le parole del suo presidente, Massimiliano Dona, afferma: «Il lieve recupero sul 2020 non è per niente soddisfacente, considerati i minori lockdown e chiusure che ci sono state nel 2021, soprattutto a partire dal secondo trimestre dell’anno.

È evidente che gli italiani hanno preferito restare prudenti ed è prevalsa l’incertezza. Il dato dimostra anche il fallimento del bonus vacanze, che, pur essendo partito già nel luglio 2020, poteva essere utilizzato per tutto il 2021. Il dato “più negativo”, però, è quello delle vacanze da 1 a 3 notti, l’unico addirittura a peggiorare rispetto al 2020, da 15.495.000 di viaggi con pernottamento a 14.202.000, con una caduta dell’8,34%, quasi la metà rispetto al 2019 quando erano 28.208.000.». Sulle prospettive per il 2022 pesa invece l’effetto prezzi, che potrebbe portare un’inversione di tendenza rispetto alla durata delle vacanze, come conclude Massimiliano Dona: «Nel 2022 la situazione potrebbe ribaltarsi. Potrebbero, infatti, risalire le vacanze brevi ed esserci contraccolpi su quelle più lunghe, per via dell’effetto caro bollette e caro prezzi, che costringeranno gli italiani a tirare la cinghia e ad accorciare le ferie.».

Anche il CODACONS richiama l’attenzione sui rincari, con particolare riguardo all’aumento dei prezzi, anche, nel settore turismo, «che porterà la spesa complessiva della villeggiatura a crescere fino al +15% rispetto allo scorso anno.
Gli ultimi dati ISTAT sull’inflazione registrano una forte crescita dei listini del comparto turistico, con le strutture ricettive che già oggi hanno applicato aumenti medi del +9,3% su base annua. Un trend che proseguirà e si intensificherà nei prossimi mesi, coinvolgendo non solo alberghi, villaggi vacanza e strutture varie, ma anche il comparto dei trasporti e dei servizi vacanzieri
.».

Stando alle stime del CODACONS, una vacanza di 10 giorni costerà, quest’anno, fino al 15% in più, considerando le spese per spostamenti, pernottamenti, cibi e servizi, passando da una media di 996 € a persona del 2021 ai 1.145 € del 2022, con un incremento che sfiora quota +150 € pro-capite, come denuncia il suo presidente, Carlo Rienzi: «Gli operatori turistici stanno scaricando sui consumatori finali i maggiori costi energetici determinati dal caro-bollette, attraverso un incremento generalizzato delle tariffe al pubblico. Una politica che sul lungo periodo non pagherà, perché gli italiani, impoveriti dalla crescita dei prezzi al dettaglio e delle bollette di luce e gas, reagiranno ai rincari riducendo la spesa destinata alle vacanze e tagliando i giorni di villeggiatura.».

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