CAPONE: «Le Regioni italiane, soprattutto quelle del Mezzogiorno, si trovano agli ultimi posti in UE per tasso di occupazione. Stiamo attraversando un periodo di forte incertezza, per cui il Paese non può più aspettare. Come sindacato UGL, riteniamo necessario attuare un piano di interventi a lungo termine volto a sostenere la ripresa economica del Paese.».
di Redazione —
«Siamo a Bari, con la seconda tappa del tour nazionale organizzato dall’UGL ‘Futuro al Lavoro, conferenza programmatica 2022’, con il fine di stimolare un dibattito politico e sindacale su temi nazionali e su quelli di interesse regionale. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di definire le linee programmatiche dell’azione sindacale che caratterizzeranno le prossime battaglie dell’UGL e, al contempo, raccogliere indicazioni sullo stato di salute di ogni territorio in termini economici, sociali e occupazionali», spiega Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, Unione Generale del Lavoro, durante l’incontro tenutosi lo scorso 14 aprile 2022, a Bari, dal titolo “Nuovi lavori, nuovi diritti”.
«In particolare abbiamo affrontato la tematica del mondo del lavoro e del suo cambiamento, anche per i lavoratori che svolgono funzioni tradizionali. A tal proposito, le tutele tradizionali non coprono chiunque abbia un’occupazione. Per questo è fondamentale dare un futuro al lavoro e individuare i lavori del futuro. Allarmano, peraltro, i dati riportati nell’8° Rapporto della Commissione europea sulla politica di coesione, dai quali emerge che le Regioni italiane, soprattutto quelle del ‘Mezzogiorno’, si trovano agli ultimi posti in UE per tasso di occupazione. Stiamo attraversando un periodo di forte incertezza, per cui il Paese non può più aspettare. Come sindacato UGL, riteniamo necessario attuare un piano di interventi a lungo termine volto a sostenere la ripresa economica del Paese. Sotto questo profilo le risorse stanziate con il PNRR rappresentano un’opportunità straordinaria per favorire la modernizzazione e lo sviluppo della rete infrastrutturale del ‘Mezzogiorno’ e, al contempo, accelerare il processo verso la digitalizzazione e la transizione energetica», conclude Paolo Capone.