La differenziazione dei produttori, richiesta da ADICONSUM e FIVI al Ministro delle Politiche agricole, mira a valorizzare chi si impegna a portare avanti una viticoltura autentica, che mette davanti la qualità del prodotto alla quantità e al profitto.
di Redazione —
L’etichetta riveste una particolare importanza per il consumatore, perché rappresenta uno strumento per apprendere delle informazioni sul prodotto che sta acquistando o che si accinge a consumare. Su quali sono le informazioni che devono e dovrebbero essere riportate in etichetta si dibatte da anni, tant’è che quella dell’etichettatura è una materia in continuo aggiornamento.
«Stavolta ci siamo focalizzati sull’etichetta dei vini, divenuta ormai obsoleta. Ecco perché e che cosa chiediamo», dicono ADICONSUM e FIVI, a proposito delle etichette sulle bottiglie dei vini, sottolineando: «l’attuale etichetta dei vini presenta solo due distinzioni tra produttore e venditore, ma non tutti i produttori sono uguali, in tema di sostenibilità. Infatti, vengono chiamati produttori sia coloro che seguono tutte le fasi, dalla vigna fino alla commercializzazione, investendo sul territorio e impegnandosi in progetti pluriennali di sostenibilità, sia chi agisce solo come committente delle operazioni facendo svolgere l’intero processo a terzi e si limita a vendere il prodotto finito, traendo profitto quindi con il minimo sforzo. E la distinzione deve essere fatta sia per i produttori di vini spumanti, la cui produzione prevede una serie ulteriore di passaggi che per i produttori di vini tranquilli o frizzanti.».
Per le associazioni tale differenziazione è molto importante: il consumatore deve sapere se la produzione del vino che sta acquistando è stata seguita da un unico produttore, che traccia di tutto quello che succede nella filiera, oppure no.
La differenziazione dei produttori richiesta da ADICONSUM e FIVI al Ministro delle Politiche agricole mira a valorizzare chi si impegna a portare avanti una viticoltura autentica, che mette davanti la qualità del prodotto alla quantità e al profitto, ponendo quindi attenzione alla sostenibilità sociale. I distinguo, inoltre, sono indispensabili per garantire al consumatore maggiore trasparenza, in linea con gli obiettivi prefissati dall’Unione Europea attraverso la strategia ‘Farm to Fork’ che ha come intento rendere il sistema alimentare più sostenibile sotto diversi aspetti.