ZULLO: «In Puglia, se i posti letto di terapia intensiva allestiti in Fiera li avessimo attivati negli ospedali esistenti e i 25.000.000 di € spesi li avessimo investiti sul territorio, attivando anche piattaforme di telemedicina, telediagnosi e teleconsulto, oggi la Puglia non avrebbe il primato…».
BELLOMO: «Non tutti possono permettersi le cure private e i cittadini pugliesi, che con le loro tasse hanno già pagato il servizio sanitario, hanno diritto di accedere alle strutture pubbliche quando serve ai loro figli e non quando i danni, a distanza di due anni e mezzo dall’insorgere dei disturbi, potrebbero essere irreparabili…».
di Redazione —
«La Puglia è la prima regione italiana per contagi Covid, mentre i Pronto soccorso pugliesi sono gravemente in affanno. Due situazioni sanitarie che potrebbero apparire scollegate e, invece, NO.
Sicuramente non possono essere affrontate con un assessore alla Sanità, Palese, che si limita a inutili circolari senza capire che serve mettere in campo strategie complessive a cominciare dalla Medicina territoriale, baluardo di assistenza primaria che deve fare filtro al ricorso ai Pronto soccorso.
È sul territorio, a domicilio, che si vince la partita della Sanità.
Vedo, invece, un allentamento di tutte le misure di prevenzione pandemica: dal tracciamento dei contatti al trattamento a domicilio, passando dalla sensibilizzazione all’attuazione delle misure di profilassi generale e delle pratiche vaccinali, fino ad arrivare a giustificare la presenza dell’Ospedale in Fiera.
La verità è un’altra ed è difficile da ammettere, per chi gestisce la Sanità in Puglia, ma se i posti letto di terapia intensiva allestiti in Fiera li avessimo attivati negli ospedali esistenti e i 25.000.000 di € spesi li avessimo investiti sul territorio, attivando anche piattaforme di telemedicina, telediagnosi e teleconsulto, oggi la Puglia non avrebbe il primato di contagi in Italia.
Non solo, ma in Puglia è difficile ricorrere ai farmaci antivirali, ultimamente registrati e oggi in commercio, hanno efficacia sul Covid, perché vanno somministrati subito, nei primi 5 giorni della malattia. Da noi è praticamente impossibile, perché la diagnosi viene fatta tardi, oltre i 5 giorni e quindi il Pronto soccorso resta l’unica soluzione per chi sta male.
Sono considerazioni queste molto semplici che presuppongono un’attività dell’assessore alla Sanità di coordinamento dei vari attori dell’assistenza in un raccordo funzionale stretto tra medicina territoriale e medicina ospedaliera. Fino a quando l’assessore alle Circolari, Palese, non capirà che con gli editti si risolve poco e nulla, per la Puglia e per i pugliesi sarà sempre una disfatta», dice Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d’Italia, sulla situazione sanitaria in Puglia.
«Mi chiedo se sia una sanità pubblica degna di questo nome quella che nega una rapida assistenza ad anziani e bambini. Dopo il novantenne che ha atteso 27 ore nel Pronto Soccorso a Taranto prima del ricovero, ora balza agli onori della cronaca la non meno indecorosa vicenda di una lista d’attesa di due anni e mezzo a Ruvo di Puglia, per i piccoli pazienti che hanno bisogno di logopedia.
La denuncia arriva dall’associazione Genitori insieme, che lamentano una paradossale amnesia nella ristrutturazione del laboratorio di Neuropsichiatria infantile e la solita carenza di organico, che nella nostra regione ormai è la regola e non l’eccezione», dice Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Puglia, che rimarcando la situazione sanitaria pugliese, sottolinea: «Mi auguro che l’assessore Palese voglia prendersi in carico lo specifico problema e individui rapidamente una soluzione, per dare una risposta alle famiglie di questi bambini che hanno difficoltà del linguaggio e di apprendimento.
Non tutti possono permettersi le cure private e i cittadini pugliesi, che con le loro tasse hanno già pagato il servizio sanitario, hanno diritto di accedere alle strutture pubbliche quando serve ai loro figli e non quando i danni, a distanza di due anni e mezzo dall’insorgere dei disturbi, potrebbero essere irreparabili.
La triste storia di sanità negata ai bambini di Ruvo, ma nello stesso distretto si segnalano problemi anche a Terlizzi e Corato, è un nuovo capitolo di un’imperizia gestionale e organizzativa che merita approfondimenti.
L’assessore Palese ha molto lavoro da fare. E sono certo che, da uomo intelligente, non userà il Covid come alibi perfetto per errori e lacune che con la pandemia non hanno proprio nulla a che vedere.».