ZULLO: «Ad oggi si è ancora fermi al punto che solo una piccola parte dei vincitori ha già fatto la visita di idoneità, senza, però, aver avuto più notizie, né risulta reso noto come per legge il giudizio di idoneità al lavoratore sottoposto a visita.».
di Redazione —
«Nel 2019 è stato pubblicato dall’ASL BARI un bando indetto per l’assunzione di 566 infermieri da assumere a tempo indeterminato nel sistema sanitario regionale…», è l’apertura della richiesta di audizione sui ritardi nelle assunzioni dei vincitori idonei di Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Puglia, che chiede al presidente della Commissione Sanità, Vizzino, di sentire l’assessore alla Sanità, Palese, e il direttore di Dipartimento, Montanaro.
«A causa dell’insorgere della pandemia covid le prove scritte, inizialmente previste per settembre 2020, sono state spostate a febbraio 2021 nonostante nelle altre Regioni hanno continuato le procedure concorsuali rispettando le norme anti-covid.
Si è dovuto attendere settembre/ottobre 2021 per l’espletamento delle prove orali. A gennaio scorso dopo mesi di attesa finalmente è stata pubblicata la graduatoria finale di 4200 infermieri di cui 566 idonei vincitori e a seguire gli idonei non vincitori…
Una volta pubblicata la graduatoria finale, alcuni dei 566 vincitori hanno ricevuto una prima PEC in cui si era convocati per la visita pre-assuntiva espletata dal medico competente al fine di acquisire il giudizio di idoneità alla mansione specifica,
Ad oggi, 6 marzo, si è ancora fermi al punto che solo una piccola parte dei vincitori ha già fatto la visita di idoneità senza però aver avuto più notizie, né risulta reso noto come per legge il giudizio di idoneità al lavoratore sottoposto a visita», ricorda Zullo, che nel chiede che Palese e Montanaro spieghino quali sono i motivi dei “ritardi che si frappongono all’assunzione degli idonei vincitori”, evidenzia: «Tra tutti gli idonei vincitori, in molti per rispettare i tempi di preavviso che li legava contrattualmente ad aziende presso le quali lavoravano, hanno dovuto dimettersi dal posto di lavoro e oggi sono in ansia.».