Dalle ore 19,00 dell’8 marzo 2022 il Circolo fotografico “fotografando” cercherà di svelare, il legame tra il Mondo Antico, ricco di Miti ed il Mondo Contemporaneo, con l’ausilio e la collaborazione di letterati, studiosi ed una voce narrante.
di Redazione —
«Il Gruppo “fotografando”, che, in qualità di presidente, amo definire “foto-culturale”, con l’iniziativa “MITOLOGIA in… Pillole” vuole evidenziare il connubio tra il mondo antico della mitologia classica e il mondo contemporaneo. Nel nostro vivere quotidiano, in maniera inconscia, pronunciamo “detti” e “parole” il cui significato etimologico affonda le radici nel mondo classico. Un esempio? “Ateneo”, “Narcisismo”, “Crono”, “Aurora”, “cornucopia” e modi di dire come “la spada di Damocle”, “il filo di Arianna” ecc. sono solo alcuni esempi», dice Antonello Ferrazzano, presidente dell’associazione “fotografando” di Apricena in Provincia di Foggia, a proposito dell’attività che si svolgerà ad Apricena, a partire dalle ore 19,00 dell’8 marzo 2022, con l’ausilio e la collaborazione di letterati e studiosi quali il prof. Antonio Nasuto, docente liceale, in pensione, di Filosofia e Storia di Monte Sant’Angelo, il prof. Antonio Motta, docente liceale, in pensione, di Italiano di San Marco in Lamis, la prof.ssa Amalia Margherita Cirio, docente universitaria di Letteratura Greca de “La Sapienza” di Roma, la prof.ssa Eleonora Tagliaferro, docente universitaria di Lingua e Letteratura Greca de “La Sapienza”- di Roma, oltre alla dott.ssa Natia Merlino, filologa classica-bibliotecaria di Apricena (Fg), e alla dott.ssa Paola Martelli di Bari, attrice, regista e autrice teatrale, nel ruolo di voce narrante.
L’evento dell’8 marzo 2022 si svolgerà parallelamente su due canali: il primo, “tradizionale”, una mostra di immagini cartacee che si terrà in un locale in Apricena, al termine dell’attività svolta in rete, l’altro sarà quello “virtuale” dei social, dove verranno postale immagini pittoriche e/o statue dei personaggi mitologici, accompagnate da contributi audio-visivi e commenti sul personaggio del giorno.
L’attività, che, come sottolinea il Presidente Ferrazzano «ha lo scopo di avvicinare quanto più pubblico possibile alla scoperta di questi affascinanti miti, usando un linguaggio semplice e intuibile oltre a delle note quanto più sintetiche possibili, ma al tempo stesso esplicative, appunto in … pillole!», è svolta sulla falsa riga delle 2 precedenti edizioni tenute nel 2014 e nel 2016, che trattavano rispettivamente di Curiosità in genere, scoperte scientifiche, geografiche, imprese, ecc. e delle 7 meraviglie del Mondo: moderno, antico e naturale.
Il progetto, iniziato l’11 marzo 2021 con Venere (Afrodite) è poi proseguito con Narciso il 31/03/21, il “Filo di Arianna” il 7/05/21, Aracne il 5/06/21 e la Dea Athena il 13/11/21, oggi si ispira a CRONOS (il tempo), così commentato e definito dal professore, in pensione, di Filosofia e Storia, Antonio Nasuto, da Monte Sant’Angelo: «Prima che Zeus (Giove) diventasse il re degli dei dell’Olimpo altre due divinità occuparono un posto importante nel pantheon greco: suo padre Cronos (il Tempo) e suo nonno Uranos (il Cielo). La narrazione su Uranos, Cronos e Zeus è strettamente intrecciata e non si può raccontare di uno senza far riferimento agli altri due. Questo intreccio in realtà fu una dura lotta per la successione del potere dall’uno all’altro. Fu uno scontro feroce e crudele. Alla fine trionfò Zeus (il cui nome significa “Splendore del giorno”), il quale allontanò dalla scena il padre e il nonno, relegandoli nel Tartaro (un luogo in basso sottoterra così profondo che per raggiungerlo un’incudine impiega una settimana).
Prima che Zeus (Giove) stabilizzasse il mondo, Uranos e Cronos ebbero il ruolo molto importante di mettere in ordine tutte le cose. Uranos si collocò in alto nel cielo (da cui prende il nome) e separò il cielo dalla terra e dalle acque dell’oceano. Senza questa misura preliminare lo spazio cosmico sarebbe rimasto nella confusione e nel disordine. In questa azione ordinatrice Uranos cadde in conflitto con la moglie Gea (la Terra), e tale conflitto segnò dall’inizio la difficile relazione tra il genere maschile e quello femminile.
Il mito racconta che tutte le sere Uranos scendeva in basso sul corpo di Gea per fecondarla, ma le impediva poi di far nascere i figli concepiti. Gea allora pensò bene di allearsi con il figlio Cronos contro il marito per liberarsi dalla sua oppressione. Diede così a Cronos un falcetto con cui avrebbe dovuto evirare il padre al momento della discesa sul corpo materno. Cosa che Cronos fece diligentemente mutilando il genitore e buttando nelle acque dell’oceano la virilità del padre. Sarebbe interessante esplicitare tutte le implicazioni simboliche di questo atto. Diciamo solamente che esso ci parla del perenne conflitto tra il principio maschile e quello femminile, nonché del conflitto tra padri e figli maschi, che spesso segna la relazione genitoriale.
A Uranos succedette, dunque, il figlio Cronos, il quale svolse con zelo e rigore la funzione ordinatrice già iniziata dal padre. Il suo compito fu quello di imporre un limite e una misura temporale a tutte le cose. Ogni cosa, animata o inanimata, ricevette da Cronos (il Tempo) una durata limitata entro cui svolgere la parabola della sua esistenza. Per questo motivo ogni cosa ha un inizio e una fine che non è possibile dilazionare o violare. Il compito di Cronos, pur essendo necessario, apparve particolarmente crudele e odioso, soprattutto agli esseri umani. Eppure, per quanto ingrata, la misura temporale è ciò che garantisce al mondo di rinnovarsi continuamente.
Anche Cronos finì preda del conflitto con la moglie Rea. A differenza del padre, egli consentiva la nascita dei figli ma subito li divorava, lasciando la moglie nella disperazione. Zeus riuscì a sottrarsi a questo crudele destino e vendicò la madre con cui si alleò per sconfiggere il padre. Ciò che però a noi qui interessa è capire il senso del Tempo che divora tutte le cose logorandole e facendole finire.
Il Tempo, e soprattutto la percezione che noi ne abbiamo, è qualcosa di molto misterioso. Non riusciamo a capire in profondità l’enigma delle cose che scorrono e passano. Nemmeno i fisici e i cosmologi sperimentali ci riescono. Essi di continuo modificano il significato della funzione temporale nel quadro della loro ricerca. Neanche i filosofi sanno dire bene il senso profondo del tempo, il quale in ultima analisi appare come una misura stringente che impone a tutte le cose un limite invalicabile. Seneca scrive: “Il tempo scorre e abbandona coloro che ne sono avidi.».
A commentare i dipinti sarà il dr. Davide Rinaldi che così si esprime a proposito di quello di Pierre Mignard (1612–1695) dipinto 1694 olio su tela – Denver art museum Colorado USA: «L’amore vince tutto, ma il tempo vince l’amore.” Versetto 69 di Égloga X: “omnia vincit Love; et nos cedamus Amori”, dai Bucolici, una serie di poesie di atmosfera pastorale di Virgilio. Crono taglia le ali a Cupido, Pierre Mignard. (1612 – 1695) pittore francese.».
Mentre, a proposito di quello di Peter Paul Rubens (1577-1640), Saturno divora uno dei figli, 1637-1638 – Madrid, Museo del Prado, dice: «Il grande pittore fiammingo raffigura in questa tela, a lato del dio Saturno, l’immagine astronomica dell’omonimo pianeta che appare formato da tre corpi, esattamente come lo aveva descritto Galileo. È un’eloquente dimostrazione dell’influenza esercitata dalle scoperte celesti galileiane sul mondo dell’arte.».