COGHE: «Chiediamo a tutte le forze politiche, già divise da un Testo Unico che scontenta tutti, di votare contro un ddl che non tiene minimamente conto delle cure palliative e delle tante alternative di cura e vita da dare ai pazienti, se non vogliamo come regalo di Natale una legge pro-morte…».
di Redazione —
«Il ddl sul suicidio assistito infrange un principio morale millenario e di civiltà giuridica: “non uccidere l’innocente”. Una volta aperta una crepa nella diga del diritto alla vita, il potere politico di turno potrà decidere a quali condizioni una vita è degna di essere vissuta ed estendere le possibilità di suicidio a sempre maggiori casi: tanto è successo in tutti quei Paesi dove il suicidio assistito o l’eutanasia sono divenuti legali: un aumento esponenziale dei pazienti “suicidati”.
È questo il motivo per cui la stragrande maggioranza dei Paesi al Mondo ritengono che legalizzare il suicidio assistito sia vergognosamente incivile», le parole di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, a commento dell’inizio della discussione in Aula alla Camera del Testo Unico sul Suicidio Assistito, a cui hanno fatto eco quelle di Jacopo Coghe, vicepresidente della Onlus, che ha sottolineato: «Chiediamo a tutte le forze politiche, già divise da un Testo Unico che scontenta tutti, di votare contro un ddl che non tiene minimamente conto delle cure palliative e delle tante alternative di cura e vita da dare ai pazienti, se non vogliamo come regalo di Natale una legge pro-morte, che rischia di far piombare l’Italia nel baratro dell’eutanasia libera per chiunque. Non è questa la strada giusta e continueremo a lottare e far sentire la nostra voce.».