La nuova proiezione rivela che, l’impatto è più grave di quanto si pensasse, superando di gran lunga le stime di 10 triliardi di dollari pubblicate nel 2020 e, che, questa generazione di studenti, rischia di perdere 17 trilioni di dollari di guadagni nel corso della loro vita, come risultato della chiusura delle scuole legata alla pandemia da Covid-19.
di Piero Mastroiorio —
L’ultimo rapporto sulla situazione scolastica mondiale, “The State of the Global Education Crisis: A Path to Recovery”, pubblicato da Banca Mondiale, UNESCO e UNICEF, lancia l’allarme sui termini di crescita della povertà educativa e perdita di apprendimento: l’interruzione globale dell’istruzione causata da Covid-19 è la peggiore crisi educativa in corso. Come si ricorderà la pandemia ha chiuso le scuole di tutto il Mondo causando un impatto immenso sull’istruzione dei ragazzi più grave di quanto si potesse immaginare, come si legge nel rapporto: «Riaprire le scuole dovrebbe essere la priorità assoluta degli Stati. Il costo di tenere le scuole chiuse è alto e minaccia di ostacolare un’intera generazione di bambini e giovani mentre si ampliano le disuguaglianze pre-pandemia. Questa generazione di studenti oggi rischia di perdere 17 trilioni di dollari di guadagni (al valore attuale) nel corso della vita, ovvero circa il 14% del PIL globale di oggi, come risultato della chiusura delle scuole legata alla pandemia da COVID-19. La nuova proiezione rivela che l’impatto è più grave di quanto si pensasse in precedenza, e supera di gran lunga le stime di 10 triliardi di dollari pubblicate nel 2020.».
Il rapporto mostra come nei Paesi a basso e medio reddito, la percentuale di bambini che vivono in povertà di apprendimento, 53% prima della pandemia, potrebbe potenzialmente raggiungere il 70%, data la lunga durata della chiusura delle scuole e l’inefficacia dello studio a distanza per garantire la continuità di apprendimento durante la chiusura delle scuole. La perdita di apprendimento legata alla chiusura delle scuole ha un impatto disuguale fra bambini e ragazzi: è maggiore fra i bambini che vengono da famiglie a basso reddito, fra le ragazze costrette a interrompere gli studi e la continuità educativa in paesi dove ci sono discriminazione di genere, fra i bambini disabili e in quei contesti dove sono assenti o carenti le tecnologie per la didattica a distanza. La perdita di apprendimento è maggiore fra gli emarginati e le persone più vulnerabili e fra i bambini in età prescolare rispetto ai più grandi.
«La crisi del COVID-19 ha portato i sistemi scolastici di tutto il Mondo ad una battuta d’arresto. Ora, 21 mesi dopo, le scuole rimangono chiuse per milioni di bambini, e altri potrebbero non tornare più a scuola. La perdita di apprendimento che molti bambini stanno vivendo è moralmente inaccettabile ed il potenziale aumento della povertà di apprendimento potrebbe avere un impatto devastante sulla produttività futura, sui guadagni e sul benessere di questa generazione di bambini e giovani, delle loro famiglie e delle economie mondiali», ha sottolineato Jaime Saavedra, Direttore globale per l’istruzione della Banca Mondiale.
Il rapporto dell’UNICEF mostra come la perdita di apprendimento è crisi educativa e riproduce le disuguaglianze e il circolo della povertà, citando dati, a livello regionale, provenienti da Brasile, Pakistan, India rurale, Sudafrica e Messico, che rivelano perdite di apprendimento sostanziali in matematica e lettura, tanto che in alcuni Paesi, in media, le perdite di apprendimento sono più o meno proporzionali alla durata delle chiusure, ma, soprattutto, come la perdita di apprendimento non sia omogenea, dipendendo dai Paesi, dalla materia, dallo status socioeconomico degli studenti, dal genere, come si chiarisce nel rapporto: «I bambini provenienti da famiglie a basso reddito, i bambini con disabilità e le ragazze hanno avuto minori probabilità di accedere all’apprendimento a distanza rispetto ai loro coetanei. Questo è stato spesso dovuto alla mancanza di tecnologie accessibili e alla disponibilità di elettricità, connessione e dispositivi, così come alla discriminazione e alle norme di genere.».
Gli studenti più giovani hanno avuto minore accesso alla didattica a distanza, quindi la perdita di apprendimento è stata maggiore fra i bambini in età prescolare rispetto ai più grandi. L’impatto negativo è stato maggiore e ha colpito in modo sproporzionato i più emarginati, gli studenti più vulnerabili, le ragazze che stanno perdendo la protezione e le opportunità offerte dalla scuola, come spiega il Direttore UNICEF per l’istruzione, Robert Jenkins: «La pandemia da Covid-19 ha chiuso le scuole in tutto il Mondo, interrompendo, al suo apice, l’istruzione per 1.600.000.000 di studenti esacerbando il divario di genere. In alcuni Paesi stiamo vedendo maggiori perdite di apprendimento tra le ragazze e un aumento del loro rischio di dover affrontare il lavoro minorile, la violenza di genere, il matrimonio precoce e la gravidanza. Per arginare le cicatrici di questa generazione, dobbiamo riaprire le scuole e tenerle aperte, mirare a far tornare gli studenti a scuola e accelerare il recupero dell’apprendimento.».
«Riaprire le scuole deve essere una priorità assoluta e urgente in tutto il Mondo. A oggi meno del 3% dei pacchetti di incentivo dei governi sono stati destinati all’istruzione. Serviranno molti più fondi per recuperare», evidenziano Banca Mondiale, UNESCO e UNICEF, che conclude: «I Paesi dovrebbero mettere in atto programmi di recupero dell’apprendimento con l’obiettivo di assicurare che gli studenti di questa generazione raggiungano almeno le stesse competenze della generazione precedente. I programmi devono coprire tre linee di azione chiave per recuperare l’apprendimento: consolidare il piano di studi; estendere il tempo dedicato all’istruzione; migliorare l’efficienza dell’apprendimento.».