La Commissione Europea ha autorizzato l’immissione sul mercato della Locusta migratoria come “nuovo alimento”, sarà disponibile sotto forma di congelato, essiccato e in polvere, destinato alla commercializzazione come snack o ingrediente in una serie di prodotti alimentari.
di Redazione —
Le novità sugli insetti commestibili non smetteranno mai di sorprenderci: dopo l’ok dell’UE al consumo delle tarme della farina, larve gialle essiccate del tenebrione mugnaio, la Commissione Europea ha autorizzato l’immissione sul mercato di un secondo insetto, la Locusta migratoria, come “nuovo alimento”. Sarà disponibile sotto forma di congelato, essiccato e in polvere ed è destinato alla commercializzazione come snack o ingrediente in una serie di prodotti alimentari.
Un’autorizzazione che ha fatto seguito alla rigorosa valutazione scientifica dell’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha concluso che «la locusta migratoria è sicura per gli usi presentati dalla società richiedente», per cui i prodotti contenenti questo nuovo alimento saranno etichettati per informare su potenziali reazioni allergiche.
La domanda, passato il primo momento di perplessità su questo prodotto alimentare, soprattutto, per chi è abituato alla dieta mediterranea e ai buoni cibi della tradizione regionale italiana, sorge spontanea: quali sono le potenzialità degli insetti?
La risposta potrebbe rifarsi ai vari In vari studi, la Food Agriculture Organization, che ha identificato gli insetti come una fonte di cibo altamente nutriente e salutare con un alto contenuto di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali.
Secondo le stime della FAO, Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura, «gli insetti fanno parte delle diete tradizionali di almeno 2 miliardi di persone. A livello globale, si consumano soprattutto coleotteri (31%), bruchi (18%), api, vespe e formiche (14%), cavallette e grilli (13%). Molti insetti infatti sono ricchi di proteine e grassi buoni e ricchi di calcio, ferro e zinco.».
Ultimamente, gli insetti commestibili sono entrati anche al centro del dibattito sul cambiamento climatico, identificati, nell’ambito della strategia Farm to Fork, come una fonte proteica alternativa che potrebbe facilitare il passaggio a un sistema alimentare più sostenibile e secondo il rapporto “Il Contributo degli Insetti per la Sicurezza Alimentare, l’Economia e l’Ambiente” della FAO, la produzione di gas serra da parte della maggior parte degli insetti è, con molte probabilità, inferiore rispetto a quello del bestiame convenzionale: i maiali, ad esempio, producono 10–100 volte più gas serra per kg di peso rispetto ai vermi della farina.