La pandemia ha accentuato il trend in aumento dei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva, ansia, depressione, disturbi della condotta alimentare e, in casi estremi, tentativi di suicidio, confermati, anche, durante il congresso, in corso di svolgimento, dedicato agli studi di neuropsichiatria infantile, da SIP e SINPIA, che chiedono di investire nella promozione e prevenzione della salute mentale.

di Redazione —

Durante il congresso della SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in corso di svolgimento fino al 6 novembre 2021, che vedrà la partecipazione degli operatori occupati in prima linea con quella che è da molti considerata la “vera onda lunga pandemica”, quella che colpisce la salute neuropsichica di bambini e ragazzi, è emerso uno scenario allarmante: quasi 2.000.000 di bambini e ragazzi, tra il 10% e il 20% della popolazione infantile e adolescenziale tra i 0 e i 17 anni, sono affetti da disturbi neuropsichici dell’età evolutiva tra cui, i disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e dello spettro autistico, la disabilità intellettiva, epilessia, disturbi neurologici, malattie rare e dello sviluppo, disturbi psichiatrici, depressione e conseguenti atti autolesivi e tentativi di suicidio.

In meno di dieci anni è raddoppiato il numero degli utenti seguiti nei servizi di SINPIA, Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, con una prevalenza di accesso 4 volte superiore a quella dei servizi di salute mentale adulti e 8 volte superiore a quella dei servizi per le dipendenze patologiche.
Un trend in vistosa crescita, a cui contribuisce la maggiore consapevolezza della popolazione, il cambiamento dei criteri diagnostici, l’introduzione di strategie di screening e di individuazione precoce, l’aumentata sopravvivenza di soggetti con gravi disabilità e la presenza di modificazioni ambientali rilevanti e molto rapide che impattano sullo sviluppo e sul livello atteso di funzionamento, nonché, l’impatto della pandemia e delle restrizioni e ritardi di accesso ai servizi, soprattutto nelle fasce più vulnerabili.
A tal proposito si ricorda anche l’allarme lanciato da UNICEF-OMS, che sottolinea come, a livello mondiale, 1 adolescente su 7 presenti disturbi legati alla salute mentale, peggiorati dall’emergenza sanitaria.
«Inoltre, permangono criticità sistemiche e culturali, tanto che i pazienti e le loro famiglie sono, tutt’oggi, oggetto di pregiudizi marcati, che interferiscono con la diagnosi e la terapia, con l’inclusione sociale e soprattutto con la programmazione sanitaria», sottolinea SINPIA e attraverso le parole del suo presidente, Antonella Costantino, spiega: «Le risposte ai bisogni di salute dei bambini e ragazzi con disturbi neuropsichici dell’età evolutiva e alle loro famiglie presentano criticità molto rilevanti, con una grande discrepanza tra il giusto investimento di risorse sulla salute fisica dei bambini e lo scarso investimento su quella neuropsichica, reso ancora più drammatico dagli effetti della pandemia. Ecco perché un adeguato investimento nell’ambito della promozione della salute mentale e della prevenzione e intervento nei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva è sempre più strategico.».
Il trend in aumento dei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva è confermato anche dall’ultimo numero di “Pediatria, che presenta i risultati di un’indagine relativa agli accessi in Pronto Soccorso per patologie neuropsichiatriche, condotta dalla SIP, Società Italiana di Pediatria, durante la pandemia, che rivela come la sospensione forzata di tutte le attività sociali abbia determinato un ulteriore incremento di disturbi quali ansia, depressione, disturbi della condotta alimentare e, in casi estremi, tentativi di suicidio.
I dati epidemiologici raccolti in 9 regioni italiane hanno evidenziato, infatti, un aumento dell’84% degli accessi in Pronto Soccorso per patologie neuropsichiatriche. Preoccupa, in particolare, l’incremento dei casi di ideazione suicidaria del 147%, rispetto al periodo pre-Covid, e l’aumento del numero di accessi per psicosi e disturbi del comportamento alimentare, come la stessa SIP sottolinea: «La risposta territoriale a questi bisogni assistenziali   è estremamente carente, anche in termini di posti letto dedicati, e con una rilevante disomogeneità nei percorsi tra le varie regioni italiane. È dunque prioritario investire in servizi e programmi di salute mentale a livello nazionale, perché senza salute mentale per i nostri giovani non c’è futuro.».

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