Un sondaggio on-line, di Save the Children, al quale hanno partecipato 1.086 docenti attivi in più di 100 piccole e grandi città in tutta Italia, nella scuola primaria, secondaria di primo grado e nella secondaria di secondo grado, rivela come al rientro a scuola, la metà di questi abbia riscontrato, tra i ragazzi, una perdita generale degli apprendimenti, disagio psicologico, impatto povertà e abbandono scolastico.
di Redazione
Sembra che siamo destinati a non venirne mai fuori, anche quest’anno, per il terzo anno scolastico consecutivo, la scuola è vittima illustre delle conseguenze pandemiche: tra gli oltre 1.000 docenti, in maggioranza della scuola primaria e secondaria di primo grado, che hanno partecipato ad un sondaggio di Save The Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, la metà ha rilevato, in classe, una generale perdita degli apprendimenti (55,3%), disagio psicologico, impatto della povertà e abbandono scolastico. In particolare, 1 su 4 ha notato l’emersione di disturbi psicologici in almeno un caso tra i suoi studenti e 1 su 5 rileva un forte impatto della povertà su famiglie e bambini che frequentano la scuola, mentre, 70 docenti, il 6,5% di quelli consultati, che hanno segnalato nella propria scuola almeno un caso di abbandono scolastico.
Dal sondaggio online, a cui hanno partecipato in totale 1.086 docenti, attivi in più di 100 piccole e grandi città in tutta Italia: il 49,4% nella scuola primaria, 40,9% nella secondaria di primo grado e il 9,7% nella secondaria di secondo grado, è venuto fuori anche che, nonostante le difficoltà incontrate, speranza, fiducia ed entusiasmo sono i principali stati d’animo con cui i docenti hanno affrontato il rientro in classe. Rispetto al loro ruolo e alle strategie di insegnamento utilizzate durante la pandemia, si dichiarano interessati a sviluppare o consolidare l’utilizzo di materiale multimediale e digitale (77,9%), la didattica per piccoli gruppi (44,2%), l’educazione allo spazio aperto (19,8%) e l’alleanza con il territorio tramite i patti educativi di comunità (19,8%).
Tra le riforme considerate più urgenti, spicca la riduzione del numero degli studenti nelle singole classi (49,7%), seguita dalla necessità della formazione docenti per l’innovazione didattica (19,3%), dagli interventi di edilizia scolastica (12,8%) e dalle modalità di reclutamento dei docenti (11,2%), come spiega la Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, Raffaela Milano: «È necessario che le istituzioni si impegnino nel rinnovamento del sistema, investendo sulla formazione dei docenti e su una più adeguata proporzione del numero di studenti nelle singole classi. Come dimostra l’esperienza positiva della rete ‘Fuoriclasse in Movimento’, è fondamentale che si sviluppi una vera e propria alleanza tra i docenti e gli studenti. Occorre agire tempestivamente, dando priorità ai contesti maggiormente deprivati e coinvolgendo le scuole, gli studenti e le realtà del territorio nella pianificazione e attuazione degli interventi.».
Attualmente la rete ‘Fuoriclasse in Movimento’ coinvolge 170 scuole, in quasi 40 città da Nord a Sud, con 2.600 studenti e 3.400 insegnanti, impegnati a sviluppare, condividere le migliori metodologie e strumenti didattici per affrontare la sfida del contrasto alla dispersione scolastica, nonché, per promuovere la partecipazione attiva degli studenti nel miglioramento della vita della scuola, attraverso le attività principali della rete, tra cui i Consigli Fuoriclasse, cioè, i percorsi di partecipazione gestiti da rappresentanze di docenti e studenti, volti a individuare soluzioni condivise e a concretizzare un’azione di cambiamento stabile nella scuola: la riqualificazione degli spazi scolastici, il rinnovamento della didattica, il rafforzamento delle relazioni tra pari e con gli adulti di riferimento e l’ampliamento delle alleanze tra scuola e territorio.