Dallo studio, effettuato sui donatori di sangue in tutte le strutture trasfusionali della Regione Puglia, con età compresa fra i 18 e i 65 anni, riconosciuto come migliore lavoro scientifico in Italia, dalla Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia, è emerso che il virus ha circolato in una percentuale variabile, con tassi di positività maggiori nella provincia di Bari e di Foggia.
di Redazione —
Lo “Studio di siero-prevalenza degli anticorpi anti-SARS-CoV-2 su una coorte di donatori di sangue della Regione Puglia”, realizzato dal dr. Michele Scelsi, direttore dell’Unità operativa complessa con la dott.ssa Maddalena Gigante, responsabile dello studio, in collaborazione con i Centri di Qualificazione Biologica di Lecce e Foggia e la rete trasfusionale pugliese, sulla ricerca degli anticorpi anti Covid nei donatori di sangue, coordinato dal Centro di qualificazione biologica di area vasta (UOC Medicina Trasfusionale dell’Ospedale San Paolo di Bari) è risultato essere il miglior lavoro scientifico, condotto a livello nazionale in tema di Covid-19. A stabilirlo è stata una giuria di esperti nel corso del 2° Convegno virtuale in Medicina Trasfusionale organizzato dalla SIMTI, Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia, al quale hanno partecipato tutte le principali strutture della rete italiana.
«Questo importante risultato, ottenuto grazie allo sforzo di tutti gli operatori dei servizi trasfusionali regionali e al supporto del Dipartimento promozione della salute Regione Puglia, sottolinea l’importanza della creazione di sinergie tra le diverse figure del sistema sanitario nazionale per la tutela della salute pubblica», spiega il dr. Scelsi.
Dallo studio, sulla siero-prevalenza degli anticorpi anti-SARS-Cov2, servito a valutare la presenza di una risposta anticorpale nella popolazione dei donatori di sangue, (soggetti asintomatici) stratificati in base all’età, al sesso e alla provincia di residenza, al fine di determinare la percentuale di infezioni paucisintomatiche/asintomatiche, attraverso una analisi delle immunoglobuline contro l’infezione, che ha coinvolto da ottobre 2020 a febbraio 2021, previo consenso informato, i donatori di sangue afferenti a tutte le strutture trasfusionali della Regione Puglia con età compresa fra i 18 e i 65 anni, è emerso che il virus ha circolato in una percentuale variabile, con tassi di positività maggiori nella provincia di Bari e di Foggia.
Nel dettaglio sono stati analizzati 36.943 donatori, di cui 2.030 sono risultati positivi al test sierologico (5,49%) con una significativa differenza in valori assoluti e percentuali di siero-prevalenza tra i donatori delle province di Bari, Lecce e Foggia: rispettivamente 541 (5,90%), 451 (2,74%) e 1038 (9,15%) in linea con la differente circolazione virale nelle tre province pugliesi.
«Tutta la letteratura scientifica disponibile è concorde nell’affermare che non vi sono evidenze di trasmissione trasfusionale del virus, come rilevato in occasione delle precedenti epidemie da virus respiratori (MERS-CoV e SARS-CoV) e che, ad oggi, il rischio di trasmissione trasfusionale di SARS-CoV-2 non è documentato», ha precisato il dr. Scelsi, che ha concluso sottolineando: «Le analisi effettuate sui donatori di sangue sono state utili a dare informazioni sulla circolazione del virus nella popolazione generale: l’analisi dei dati ha fornito anche informazioni circa la presentazione asintomatica dell’infezione da SARS-CoV-2 durante la seconda ondata della pandemia e sulla informatività della valutazione del dosaggio degli anticorpi nelle fasi precoci della infezione.».