Nella lettera-appello, che pubblichiamo integralmente, ai candidati Presidenti ed ai candidati Sindaci, delle prossime elezioni di Ottobre 2021, i Geologi, con il contributi delle associazioni di categoria e degli Ordini Professionali presenti nella “Piattaforma Geotermia”, coordinata del CNG, scrivono per sensibilizzare i futuri decisori politici verso l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, con particolare riferimento alla ‘Geotermia’, una risorsa inesauribile ancora poco sfruttata, sebbene l’Italia sia stata la prima nazione al mondo ad utilizzare il calore terrestre come fonte energetica alternativa a quelle fossili.
di Redazione —
Il CNG, Consiglio Nazionale dei Geologi, d’intesa con numerose associazioni di categoria presenti nella “Piattaforma Geotermia“, ha redatto ed inviato una lettera aperta, per sensibilizzare i futuri decisori politici verso l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, con particolare riferimento alla Geotermia, una risorsa inesauribile ancora poco sfruttata, sebbene l’Italia sia stata la prima nazione al mondo ad utilizzare il calore terrestre come fonte energetica alternativa a quelle fossili.
La conformazione geologica del territorio predispone, infatti, il nostro Paese a condizioni favorevolissime per lo sfruttamento del calore presente nel sottosuolo, soprattutto, per impianti a “bassa entalpia” (geoscambio), utilizzabili sia per il riscaldamento e raffrescamento delle nostre abitazioni, che in ambito industriale, ma tale risorsa non è ancora disciplinata da una norma nazionale, con conseguenti difficoltà ed eterogeneità di approcci da regione a regione o addirittura da provincia a provincia. La scarsa attenzione mostrata negli ultimi anni dalla politica verso la Geotermia, non costituisce soltanto una mancata occasione di risparmio economico per la popolazione, ma denota una occasione persa per creare le migliori condizioni per un ambiente più sano, nel rispetto dei diritti delle future generazioni.
Le città coprono circa il 3% della superficie sulla Terra, ma producono circa il 72% di tutte le emissioni globali di gas serra. Si stima che in Europa, entro il 2050, quasi l’85% degli europei vivrà nelle città. Pertanto, l’emergenza climatica deve essere affrontata dalle città e dai cittadini, guidati da scelte politiche ben precise ed orientate.
Gli ultimi studi sullo stato di salute del pianeta Terra sono molto preoccupanti, e le proiezioni future conferiscono un grado di allarme da codice rosso per l’intera umanità: l’immissione di gas clima alteranti in atmosfera sta portando a conseguenze drammatiche ed irreversibili, non lasciando più spazio ad opinioni ed interventi diversi da quelli fissati dall’Agenda 2030 e dallo stesso PNRR, Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza, per una Transizione Ecologica davvero radicale, in cui la geotermia a bassa entalpia può recitare un ruolo davvero fondamentale.
Nella lettera-appello, che pubblichiamo integralmente, ai candidati Presidenti ed ai candidati Sindaci, delle prossime elezioni di Ottobre 2021, i Geologi, con la sintesi dei contributi delle associazioni di categoria e degli Ordini Professionali presenti nella “Piattaforma Geotermia”, coordinata del CNG, scrivono: «Le città coprono circa il 3% della superficie sulla Terra ma producono circa il 72% di tutte le emissioni globali di gas serra. Si stima che in Europa, entro il 2050, quasi l’85% degli europei vivrà nelle città. Pertanto, l’emergenza climatica deve essere affrontata dalle città e dai cittadini.
L’obiettivo di una completa “decarbonizzazione” delle attività umane, che l’Unione Europea ha stabilito per il 2050, comporterà una profonda trasformazione (Transizione Ecologica). Questo cambiamento radicale implicherà l’abbandono dei combustibili fossili che comunemente oggi utilizziamo per muoverci (benzina, gasolio) o per scaldare le nostre case (gas metano) e dunque provocherà una trasformazione non soltanto tecnologica, ma soprattutto culturale e sociale.
La Transizione abbraccerà il prossimo trentennio e dunque interesserà l’intera vita lavorativa della “next generation” che si affaccia oggi al mondo del lavoro, ma va impostata correttamente già nei prossimi anni: l’UE, infatti, ha fissato al 2030, cioè tra meno di dieci anni, il raggiungimento di un obiettivo intermedio di riduzione del 55% (rispetto ai livelli di emissione di gas serra del 1990), che è già di per sé estremamente ambizioso.
Il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) recentemente approvato definisce le azioni di intervento per l’utilizzo del Recovery Fund stanziato dalla Comunità Europea a sostegno dei Paesi Membri per fronteggiare la crisi post SARS-CoVid2. Il Piano, pur assegnando adeguate risorse alla “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, tra gli obiettivi generali cita “l’incremento della quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile (FER) nel sistema, in linea con gli obiettivi europei e nazionali di decarbonizzazione”, in cui vengono comprese varie fonti energetiche “green”. Il documento, però, non affronta in maniera adeguata la geotermia, una risorsa rinnovabile e programmabile, naturalmente fornita dal nostro Pianeta, con potenzialità enormi per l’Italia, soprattutto per la forte predisposizione e per le favorevoli caratteristiche geologiche del suo territorio. Vengono quindi tralasciati i grandi benefici derivanti dalla coltivazione di questa risorsa, particolarmente quella a bassa entalpia (geoscambio) per il riscaldamento e raffrescamento in ambito urbano, per le attività florovivaistiche in serra e industriali.
Si sottolinea in particolare come questi sistemi partecipano in modo sostanziale alla diminuzione delle emissioni climalteranti, come la CO2 e di quelle pericolose per la salute pubblica, come le polveri sottili, ma sono importanti anche in termini di contributo economico ed occupazionale, oltre che di risparmio ed efficienza energetica.
Questa è la “SCOMMESSA” dei nostri tempi. Tra l’affrontarla correttamente e tempestivamente o rinviarne le scelte si gioca la possibilità di crescita delle nostre comunità oppure la loro marginalizzazione rispetto all’Europa con aumento di diseguaglianze e divari socio-economici.
Ci aspettiamo che i futuri sindaci ed il futuro Presidente della Regione Calabria mostrino l’impegno e la determinazione necessari per affrontare questa sfida, insieme ai loro concittadini, per il bene dell’ambiente e delle future generazioni.».