Secondo la ricerca commissionata da ‘METRO Italia’ alla ‘Scuola Superiore Sant’Anna’ di Pisa, un quarto dei produttori agroalimentari dichiara un aumento significativo degli sprechi alimentari con il 42% delle aziende intervistate che lavora sull’ottimizzazione e sulla riduzione dei packaging, circa il 23% ha colto l’occasione per adottare packaging più sostenibili, necessità che, per il 25% degli intervistati, è arrivata per rispondere al bisogno dei loro clienti.
di Redazione —
Secondo quanto emerso da una ricerca curata dall’Osservatorio METRONOMO, commissionata da METRO Italia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, volta a stimare quali e quanti sono stati gli sprechi alimentari “fuori casa“, con particolare riguardo alla filiera agroalimentare e ai fornitori dell’Horeca., presentata lo scorso 20 luglio 2021, presso la camera dei Deputati, la pandemia ha portato il 42% delle aziende intervistate a lavorare sull’ottimizzazione e sulla riduzione dei packaging. All’interno del campione, circa il 23% degli intervistati ha dichiarato di aver colto l’occasione per adottare packaging più sostenibili. Una necessità che, per il 25% degli intervistati, è arrivata per rispondere al bisogno dei loro clienti, come professionisti Horeca o distributori grossisti.
Tra i dati principali emersi dall’indagine di Osservatorio METRONOMO si evidenzia che il 26% degli intervistati ha dichiarato di aver registrato un aumento dei propri sprechi alimentari nel corso del 2020, a causa delle chiusure ad intermittenza e dell’incertezza generale vissuta sul mercato. In particolare, per il 44% delle aziende che hanno registrato un incremento di spreco alimentare, tale aumento è cresciuto in modo significativo, ovvero tra il 6 e il 15%.
«Il dato che emerge in modo evidente arriva da quel 26,18% di intervistati che dichiara di aver aumentato lo spreco alimentare nel corso del 2020. Le cause? Sicuramente i lockdown e le restrizioni sul mercato dei consumi fuori casa, che hanno costretto i produttori, laddove possibile, a spostarsi su segmenti di mercato alternativi, non sempre facili e immediati da individuare», commenta il professor Fabio Iraldo della Scuola Superiore Sant’Anna.
Tuttavia sono diverse le azioni che le aziende intervistate stanno cercando di mettere in campo per prevenire la produzione di eccedenze e, quindi, anche lo spreco: il 60% dei produttori dichiara che «la logistica è una fase fondamentale e che preferisce effettuare consegne con volumi ridotti di prodotto. Questo comportamento è aumentato del 21% rispetto al pre pandemia. Per l’86% dei produttori, inoltre, un fattore chiave risulta essere l’attenzione ai formati e al packaging.».
In ritardo, invece, l’utilizzo di applicazioni digitali che favoriscano la rivendita di prodotti in mercato secondari. Simili app, oggi, non vengono adottate dal 75% degli intervistati. L’8% dichiara però di avere iniziato a farne uso per gestire le eccedenze generate proprio durante i mesi di confinamento.
5 le soluzioni considerate strategiche dal campione di aziende intervistate, per la riduzione delle eccedenze e/o dello spreco alimentare:
- progetti per ottimizzare lo stoccaggio dei prodotti;
- progetti per la valorizzazione degli scarti alimentari nella filiera food;
- iniziative formative per operatori del settore sul tema spreco alimentare;
- progetto comune per la donazione delle eccedenze ad organizzazioni caritatevoli;
- un’applicazione per la donazione e/o lo scambio di alimenti