Il commento dei Presidenti, UNC, Codacons e Assoutenti, ai dati dell’ultimo dossier dell’ISTAT, che mostrano come la spesa per i consumi delle famiglie diminuisce nel 2020 e cala anche nei primi mesi del 2021, in particolare nel 2020 la spesa media mensile diminuisce del 9% rispetto al 2019.
di Piero Mastroiorio —
I consumi delle famiglie cambiano e risentono di nuove abitudini, nel 2020 pesa la pandemia, che comporta inevitabili modifiche, tanto che la spesa delle famiglie va giù con livelli record: meno 9% rispetto all’anno precedente, flessione più marcata dal 1997. Fra le spese che più vanno giù ci sono quelle per viaggi, vacanze, abbigliamento e calzature.
Stando ai dati dossier dell’ISTAT, Istituto di statistica italiano, “Le spese per i consumi delle famiglie, anno 2020“, la spesa per i consumi delle famiglie diminuisce nel 2020 e cala anche nei primi mesi del 2021, in particolare nel 2020 la spesa media mensile diminuisce del 9% rispetto al 2019. La stima della spesa media mensile per i consumi delle famiglie è pari a 2.328 €, mentre nel 2019 era di 2.560 €. La metà delle famiglie spende più di 1.962 € al mese. Secondo le stime preliminari dell’ISTAT, inoltre, nel primo trimestre 2021 la spesa media mensile diminuisce del 3,4% rispetto allo stesso trimestre del 2020, per gli effetti persistenti della crisi sanitaria. Al netto delle spese alimentari e per l’abitazione, il calo è più ampio e pari a meno 7,5%. Nel 2020 sulla spesa totale delle famiglie, la quota di prodotti alimentari e bevande analcoliche è del 20,1%, mentre, nel 2019 era del 18,1%. Il calo della spesa media per servizi ricettivi e di ristorazione è del invece del 38,9%.
Però, il calo la spesa delle famiglie non è uguale per tutte le voci, come si sottolinea nel Rapporto ISTAT: «È la contrazione più accentuata dal 1997 (anno di inizio della serie storica), che riporta il dato medio di spesa corrente al livello del 2000… La flessione dei consumi riguarda in misura diversificata i capitoli di spesa: alcuni non hanno mostrato variazioni, altri hanno registrato diminuzioni molto marcate, risentendo tutti sia delle restrizioni imposte per contrastare la pandemia sia del diverso grado di comprimibilità delle spese stesse».
Se, come evidenzia l’Istituto di statistica, il 50% delle famiglie residenti in Italia ha speso nel 2020 una cifra non superiore a 1.962 € (2.159 euro nel 2019), non tutte le voci diminuiscono e non tutte allo stesso modo. Alcuni consumi sono difficilmente comprimibili: cibo e spese per la casa. Così, nel 2020, rispetto all’anno precedente, rimangono sostanzialmente invariate la spesa per alimentari e bevande analcoliche (468 € al mese) e quelle per abitazione, acqua, elettricità, nonchè, altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria pari a 893 € mensili, di cui 587 € di affitti figurativi. Questo perché sono spese «difficilmente comprimibili, solo marginalmente toccate dalle restrizioni governative e che, anzi, possono essere state favorite dalla maggiore permanenza delle famiglie all’interno dell’abitazione».
Per le altre voci la spesa scende invece del -19,3%, passando da 1.200 € a 967 €. A diminuire di più sono le voci hanno risentito maggiormente l’impatto delle misure di contenimento come i servizi ricettivi e di ristorazione, -38,9%, pari ad auna media mensile nel 2020 di 79 € e ricreazione, spettacoli e cultura calati del -26,4%, pari a 93 € mensili, seguiti da voci fortemente penalizzate dalla limitazione alla circolazione e alla socialità, come i trasporti calati del -24,6%, con una spesa pari a 217 € mensili nel 2020, mentre, abbigliamento e calzature, con una media di 88 € mensili, fanno segnare un calo pari al -23,3%.
«Nel 2020, il mutamento segue i contorni della pandemia e delle misure messe in campo per contrastarla e di conseguenza si sono molto modificate le abitudini relative a spese per viaggi e vacanze e per abbigliamento e calzature. Nel 2020, la voce di spesa che le famiglie hanno maggiormente limitato è infatti proprio quella per viaggi e vacanze. Tra quante già spendevano per questa voce nel 2019, la percentuale di chi l’ha ridotta rispetto all’anno precedente è del 46,8%. Questa percentuale è pari al 44,1% nel Nord e nel Centro e al 56,6% nel Mezzogiorno. A seguire, l’altra voce di spesa che, nel 2020, le famiglie hanno contenuto di più rispetto all’anno precedente è quella per abbigliamento e calzature: il 45,5% di quante acquistavano già questi beni un anno prima dell’intervista ha infatti limitato l’esborso. Nel Nord questa percentuale è pari al 39,6%, nel Centro al 42,1% e nel Mezzogiorno al 56,8%», spiega l’ISTAT, sottolineando che la voce di spesa che le famiglie hanno ristretto meno è quella che riguarda le visite mediche (15,7%), con il Nord che fa registrare una flessione pari all’’11%, il Mezzogiorno che fa registrare un aumento al 24,6% e il Centro al 12,9%.
«L’impatto della pandemia sulla spesa delle famiglie va oltre ogni previsione, e un calo record di questa portata non si era mai registrato prima in Italia. La crisi Covid, tuttavia, non ha colpito tutti allo stesso modo: la tipologia familiare che ha registrato i maggiori effetti negativi sul fronte dei consumi, infatti, è quella dove figurano imprenditori o liberi professionisti, con una riduzione della spesa che raggiunge quota -11,4%. Stesso calo registrato nelle famiglie composte da 4 componenti (-11,4%) mentre i single hanno ridotto la spesa di “appena” il -5,5%», è il commento di Carlo Rienzi, Presidente del Codacons, ai dati dell’ISTAT.
Parla di crollo record Massimiliano Dona, Presidente dell’UNC, Unione Nazionale Consumatori, che sottolinea: «Mai dall’inizio delle serie storiche, iniziate nel 1997, si era verificata una caduta di tale portata, -9% per una famiglia media. Uno tsunami si è abbattuto sulle famiglie italiane. Se i consumi mediamente scendono in un solo anno di 232 € al mese, per una coppia con due figli precipitano di 390 €, mentre per una coppia con 1 figlio franano di 248 €, -8,2%. Il primato tra le tipologie familiari spetta in valore assoluto alle coppie con 3 e più figli con -395 €, mentre in termini percentuali il primo posto tocca alla famiglia tradizionale, la coppia con 2 figli, con il -11,7%».
«Archiviato un 2020 disastroso sul fronte dei consumi, il vero allarme è rappresentato ora dai dati del 2021 che registrano spese ancora in calo fino al -7,5% al netto di alimentari e abitazione. Numeri allarmanti perché la ripresa economica dell’Italia passa inevitabilmente per la ripresa dei consumi da parte dei cittadini che, purtroppo, ad oggi risultano ancora ben al di sotto delle aspettative». Per Truzzi servono misure in grado di ridare potere d’acquisto alle famiglie impoverite. «Ricordiamo che oggi il 60% delle famiglie italiane dichiara difficoltà ad arrivare alla fine del mese, una situazione che ha evidenti ripercussioni sul fronte dei consumi e rappresenta una pesante zavorra per l’economia italiana», è il comento ai dati ISTAT di Furio Truzzi, Presidente di Assoutenti.