Un’indagine dell’ISAC-CNR, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista ‘Atmosphere’, basata su studi recenti dell’OMS, evidenzia come le ultime normative internazionali abbiano portato ad una riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici, grazie alla quale, nei prossimi anni, si stima una diminuzione di morti premature e casi di asma infantile, ma anche un leggero aumento del riscaldamento globale.
di Piero Mastroiorio —
Un’indagine, condotta dall’ ISAC-CNR, Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche, di Lecce, dal titolo ‘Recent Advances in Studying Air Quality and Health Effects of Shipping Emissions’, pubblicata su ‘Atmosphere’, esamina le attuali conoscenze sull’impatto della navigazione locale nelle aree portuali comparandole con gli indicatori di salute pubblica, a seguito dei dati pubblicati da un recente studio dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, individua le attività marittime tra le sei, su sedici, maggiori sorgenti emissive antropiche di inquinanti atmosferici, sia gassosi sia nella forma di particolato, come ossidi di azoto e di zolfo e particolato atmosferico di diverse dimensioni, che, in particolare le emissioni di anidride solforosa, provocano piogge acide e creano polvere fine che può provocare malattie respiratorie e cardiovascolari.
«In Europa l’impatto alle concentrazioni di inquinanti in atmosfera, come PM2.5 e PM10, le cosiddette polveri sottili, varia tra lo 0.2% ed il 14%, con i valori maggiori osservati nell’area del Mediterraneo. In Italia si hanno impatti alle polveri sottili tipicamente tra il 2% ed il 10%. Gli impatti agli inquinanti gassosi, ossidi di azoto ed ossidi di zolfo, sono anche maggiori e variano, in Italia, tipicamente tra il 5 ed il 40%, valore, quest’ultimo, rilevato soprattutto in prossimità delle aree portuali», dice Daniele Contini, ricercatore ISAC-CNR e co-autore della ricerca con la collega Eva Merico.
Le ultime normative internazionali pongono una decisa riduzione al contenuto di zolfo nei combustibili marini, dal 3,5% allo 0,5% in massa, portando così ad una diminuzione delle emissioni di ossidi di zolfo e di particolato atmosferico, come spiega il ricercatore dell’ISAC-CNR, Daniele Contini, concludendo: «Grazie a queste misure, è possibile stimare un calo nei prossimi anni del 34% delle morti premature dovute alle emissioni navali, che rimarrebbero comunque 250.000 annue e del 54% dei casi di asma infantile. Per contro, la riduzione del tenore di zolfo nei combustibili cambia le proprietà chimiche e fisiche del particolato emesso e, quindi, la sua interazione con la radiazione solare, riducendo l’effetto di raffreddamento dell’atmosfera dovuto all’aerosol emesso dalle navi e portando ad un incremento di circa il 3% della forzante di riscaldamento globale dovuta alle attività umane, con un effetto complessivamente negativo sul clima. È auspicabile, quindi, che in futuro le politiche ambientali dirette al traffico marittimo, considerino e tutelino entrambi questi aspetti, la salute e il clima.».