GROSSI: «Il rilascio dell’acqua nell’Oceano Pacifico sarebbe in linea con gli standard internazionali dell’industria nucleare. Lo smantellamento della centrale, che comprende la rimozione dei detriti prodotti dal combustibile esausto, secondo le stime del governo, potrebbe durare fino al 2051.».
di Redazione —
Il governo giapponese, come annunciato gli organi d’informazione nipponici, citando alcune fonti governative, ha deciso di rilasciare nell’Oceano Pacifico, l’acqua radioattiva contenuta nelle cisterne, impiegata per raffreddare i reattori danneggiati nella centrale di Fukushima. L’annuncio verrà reso noto martedì prossimo, nonostante la contrarietà dell’industria della pesca, dei residenti e dei rappresentanti della agricoltura locale, mentre, Cina e Corea del Sud, insieme a tutti gli altri Paesi vicini, hanno espresso, a più riprese, forte disapprovazione
Ogni giorno si aggiungono ai serbatoi circa 140 tonnellate di acqua contaminata, nella quale è presente il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno, per raffreddare gli impianti danneggiati nella catastrofe del 2011. La TEPCO, Tokyo Electric Power, il gestore della centrale, dice che entro l’estate del prossimo anno si raggiungerà la massima capacità consentita e che nell’ area adiacente all’impianto sono già presenti più di 1.000 cisterne.
Hiroshi Kajiyama, ministro del Commercio e dell’Industria, come si legge su huffingtonpost.it, ha riferito che, il governo, oltre a discutere con le prefetture locali, per fornire un livello adeguato di sicurezza e garantire la trasparenza nel processo decisionale, chiederà la cooperazione degli enti del settore a livello globale e dell’ AIEA, Agenzia internazionale per l’energia atomica, il cui direttore, Rafael Grossi, durante una visita alla centrale, nel febbraio dello scorso anno, aveva ammesso che «il rilascio dell’acqua nell’Oceano Pacifico sarebbe in linea con gli standard internazionali dell’industria nucleare. Durante l’incidente del marzo 2011, innescato dal terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami, si è verificato il surriscaldamento del combustibile nucleare, seguito dalla fusione del nocciolo, a cui si accompagnarono le esplosioni di idrogeno e le successive emissioni di radiazioni. Lo smantellamento della centrale, che comprende la rimozione dei detriti prodotti dal combustibile esausto, secondo le stime del governo, potrebbe durare fino al 2051.».