Uno studio condotto dallo SCITEC-CNR, Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” del Consiglio nazionale delle ricerche, insieme all’Ospedale universitario “Luigi Sacco” di Milano è stato pubblicato su ‘ACS Chemical Health and Safety’, dimostra come l’impiego di acido citrico in formulazioni disinfettanti a base di acqua ossigenata ne esalta l’efficacia per l’inattivazione del SARS-CoV-2 presente sulle superfici.
di Piero Mastroiorio —
Le soluzioni impiegate nella lotta alla Covid-19, che impiegano massicce quantità di soluzioni disinfettanti contenenti alcol o ingredienti a base di cloro attivo, a lungo andare, possono portare rischi alla salute?
Alla domanda, ovvia, ma che in molti si stanno ponendo, attese, anche, le notizie che arrivano dalla TV, circa l’insicurezza di alcuni presidi, acquistati e proposti alla gente con superficialità e poco scrupolo, si potrebbe rispondere con i risultati di molti studi, che stanno mostrando come un uso eccessivo e non responsabile di questi prodotti possa portare alla formazione di sottoprodotti potenzialmente nocivi generati dall’interazione del principio attivo disinfettante con il materiale organico presente nell’ambiente, più dettagliatamente, posiamo rispondere con le parole di Matteo Guidotti, ricercatore dello SCINTEC-CNR, Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nonché, coordinatore di una ricerca condotta in collaborazione con l’Ospedale Luigi Sacco di Milano e pubblicata sulla rivista statunitense ‘ACS Chemical Health and Safety’, che spiega: «Il perossido di idrogeno acquoso al 3%, che tutti conosciamo come acqua ossigenata tra i prodotti da banco in farmacia, presenta molti meno problemi in termini di produzione di sostanze pericolose indesiderate. Un eventuale eccesso di acqua ossigenata si degrada rapidamente in acqua e ossigeno gassoso senza generare inquinanti ambientali di rilievo.
Questo principio attivo presenta però una scarsa attività virucida se usato tal quale, mentre con l’aggiunta di additivi semplici ed economici che modificano il pH della soluzione igienizzante per avere un ambiente moderatamente acido o basico è possibile ottenere una inattivazione efficace del virus SARS-CoV-2 in tempi brevi.
Impiegando come additivo l’acido citrico, l’ingrediente acido del succo di limone, oppure l’acido acetico, contenuto nel comune aceto, è possibile esaltare l’azione di inattivazione del coronavirus da parte del perossido di idrogeno diluito e avere una riduzione di più del 99.99% della carica virale in 5 minuti.
Anche il percarbonato di sodio, la polvere che spesso troviamo in commercio come additivo per il lavaggio in lavatrice, ha mostrato risultati molto promettenti, in termini di efficacia virucida. Ciò lo rende anche molto pratico come alternativa solida alle soluzioni di perossido di idrogeno, che sono poco stabili nel tempo
L’acqua ossigenata diluita, portata al pH adeguato con opportuni additivi acidi, essendo una formulazione sicura, efficace, sostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale, di facile preparazione, può rappresentare una valida opzione soprattutto in paesi del mondo con economie più deboli, in cui vi è scarsa reperibilità di liquidi igienizzanti industriali specifici.».