Il messaggio é sempre lo stesso: ogni opera umana porta con sé conseguenze e uno deve valutare: voglio correre questi rischi o no? ‘Rospo Mare’ é una piattaforma che sta nel mare e nessuno, a parte gli addetti, davvero saprà mai cosa é successo e nessuno mai respirerà o vedrà davvero, perché é lontano.
di Maria Rita D’Orsogna —
La piattaforma petrolifera ‘Rospo Mare‘, al largo della parte meridionale della Costa Teatina, fra Vasto e Termoli, si é incendiata. Un po’ ironico che tutti questi incendi si concentrino nella mia vita in questo periodo, no?
In particolare é bruciata da “oli” contenuti dentro una vasca di contenimento situata sulla piattaforma B, 19 operai sono riusciti a scappare da una imbarcazione di emergenza e alla fine le fiamme sono state spente. La piattaforma é in mano ad un altra Carneade delle trivelle, tale Energean, che ha sede, guarda un po’, in Inghilterra.
Sul loro sito non hanno nulla da dire sull’accaduto. Nulla.
C’é solo il mare blu, con i pesci. Non sia mai che gli investitori o chiunque altro legga, o sappia. Che ci siano tracce di tutto ciò in inglese. E’ da questo che io so sempre che questi trivellatori sono in cattiva fede. Perche’ se tacciono, vuol dire che si vergogano.
Qui i dettagli e il video come li racconta Abruzzo TV.
Ad ogni modo, il messaggio é sempre lo stesso: ogni opera umana porta con se conseguenze e uno deve valutare: voglio correre questi rischi o no?
Rospo mare é una piattaforma che appunto sta nel mare e nessuno, a parte gli addetti, davvero saprà mai cosa é successo e nessuno mai respirerà o vedrà davvero, perché é lontano.
Però tutto questo conferma che i rischi connessi alle trivelle sono sempre dietro l’angolo e se avessimo trivellato Ortona e fosse successo sulla terraferma? Se fosse stato un incendio più grande?
L’Adriatico come sempre é un mare chiuso ed angusto.
Poi, occorre ricordare che la piattaforma Rospo Mare esiste dal 1982. Quarantadue anni.
Chissà se qualcuno abbia fatto controlli come si deve in tutto questo tempo.
Anni fa Rospo Mare ebbe altri problemi di riversamenti in mare, tutti un po’ coperti e segretizzati, come quelli del petrolio sanno ben fare.
Qui é quello che scrissi, a suo tempo, sul ‘Fatto Quotidiano‘. Mi pare un millennio fa.
Quante altre cose sono successe e non le abbiamo mai sapute?
Ne guadagna qualcosa l’Abruzzo da queste trivelle?
Io continuo a pensare che sia meglio la Costa Teatina, il vino, le corse in bicicletta, e che non abbiamo più bisogno di altre trivelle o di altri rospi.