Non credo, stavolta, che i partiti tutti possano contrastare questa proposta, considerato l’impoverimento spaventoso delle piccole imprese, dovuto in massima parte anche dalle aperture straordinarie degli ipermercati e la schiavizzazione dei lavoratori che si è impadronita del tessuto sociale ed economico.
di Claudio Cozzoli —
Ci sono voluti oltre 11 anni da quando, dal mio piccolissimo, proposi su alcuni organi di stampa, regionali e comunali, la chiusura delle attività commerciali nei giorni festivi.
Ricordo che scatenai un putiferio trasversale di polemiche che interessarono partiti, associazioni di categoria e semplici cittadini.
Fui definito preistorico e non all’avanguardia per quanto concerne la tutela delle piccole imprese, ma ci fu anche una precedente pubblicazione sul settimanale locale “Il Campanile” n° 281 del 3 dicembre 2005, di una mia lettera all’allora vescovo della mia città, San Severo, in cui stigmatizzavo la mancanza di qualche intervento moralizzatore verso le Istituzioni e tutelare, verso i lavoratori fedeli delle sfere ecclesiastiche, per impedire le aperture domenicali.
Oggi, finalmente, il giornale online de “La Repubblica”, da tutti definito “comunista”, pubblica e argomenta, per bene, un intervento a favore della chiusura delle attività commerciali nei giorni festivi.
Io fui più drastico, a dire il vero, proponendo la chiusura di tutte le 52 domeniche dell’anno, ma la pur flebile, seppur coraggiosa e responsabile proposta di Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia, mi trova d’accordo.
Non credo, stavolta, che i partiti tutti possano contrastare questa proposta, considerato l’impoverimento spaventoso delle piccole imprese, dovuto in massima parte anche dalle aperture straordinarie degli ipermercati e la schiavizzazione dei lavoratori che si è impadronita del tessuto sociale ed economico.
Chi può, alzi la voce e voti questa proposta: i lavoratori dipendenti e le piccole imprese lo vogliono!