La riforma del Codice della Strada introduce una serie di modifiche finalizzate a migliorare la sicurezza stradale. Tra le novità figurano sanzioni più severe per le infrazioni. Alcune misure, come l’obbligo del casco per i monopattini elettrici, sembrano ragionevoli, ma il focus unilaterale su pene più severe difficilmente porterà a un miglioramento duraturo della sicurezza stradale.
di Redazione —
La riforma del Codice della Strada introduce una serie di modifiche finalizzate a migliorare la sicurezza stradale prevedendo sanzioni pesanti per comportamenti rischiosi, come l’uso del cellulare durante la guida e il superamento dei limiti di velocità. Chi viene sorpreso a telefonare senza vivavoce rischia una multa da 250 a 1.000 euro. Per i recidivi, le sanzioni possono arrivare fino a 1.400 euro, con la sospensione della patente fino a tre mesi e la decurtazione di 8-10 punti. Per chi supera i limiti di velocità, le multe possono raggiungere i 1.500 euro.
I monopattini elettrici dovranno essere dotati di luci di segnalazione e frenata, oltre che di targa. Saranno obbligatori casco e assicurazione, e il loro uso sarà consentito solo su strade urbane con limite massimo di 50 km/h, escludendo piste ciclabili e aree pedonali. Particolarmente complessa sarà l’applicazione della norma che obbliga i fornitori di servizi di sharing a installare sistemi automatici per impedire l’uso dei monopattini fuori dalle aree consentite.
Punto cruciale della riforma i controlli della velocità. Gli autovelox dovranno essere ben visibili e adeguatamente segnalati. Sulle strade urbane, la presenza degli autovelox dovrà essere indicata almeno 80 metri prima, mentre sulle strade extraurbane il preavviso dovrà essere di almeno 150 metri. Inoltre, tra due autovelox su strade principali dovrà esserci una distanza minima di 3 chilometri, mentre sulle strade secondarie la distanza minima sarà di 1 chilometro. I controlli mobili saranno consentiti solo se i veicoli delle Forze dell’Ordine o del Comune sono in servizio con sirene e luci lampeggianti attivate. La mancata osservanza di queste regole potrebbe rendere le multe impugnabili legalmente, un aspetto di cui gli utenti della strada dovrebbero essere consapevoli.
Alcune associazioni ambientaliste e altre organizzazioni criticano fortemente le nuove norme, sostenendo che mettano a rischio la sicurezza e la mobilità di pedoni e ciclisti, indebolendo in parte le misure di tutela a loro favore. La riforma si concentra più sull’inasprimento delle sanzioni che sulla prevenzione, trascurando le principali cause di incidenti, come l’eccesso di velocità e la distrazione dovuta agli smartphone. Inoltre, i comuni vedranno limitata la loro autonomia operativa. Il fulcro della riforma rimane l’aumento drastico delle sanzioni.
«Come la spada di Damocle, che pende costantemente sopra la testa, anche in questo caso la minaccia di essere punito dovrebbe influenzare il comportamento degli utenti della strada e aumentare la sicurezza. Tuttavia, le sanzioni più alte non risolvono le cause del pericolo. Sono necessarie prevenzione mirata e controlli visibili. Tra le poche misure positive si possono citare le nuove norme per i monopattini elettrici e l’obbligo di mantenere una distanza di 1,5 metri durante il sorpasso dei ciclisti», spiega Reinhard Bauer, consulente legale del CTCU, Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano.