La campagna della “Fondazione Una Nessuna Centomila”, il cui messaggio è sostenuto da numerosi artisti e attivisti, tra cui volti noti della cultura, della musica e dello spettacolo, che hanno deciso di unirsi all’iniziativa, dando, volto e voce, a chi, spesso, non può farsi sentire, perché il silenzio non può più essere una scelta.
«Con la campagna ‘Se io non voglio, tu non puoi.’ intendiamo ribadire che ogni ‘no’ deve essere ascoltato e rispettato. Il silenzio non può più essere considerato un atto d’assenso. È necessario intraprendere un cambiamento culturale per riconoscere e tutelare la dignità e la libertà di ogni donna», dice Giulia Minoli, Presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila.
Per dare maggiore risonanza alla campagna “Se io non voglio, tu non puoi“, un’iniziativa di sensibilizzazione che mira a diffondere un messaggio chiaro, il consenso non è una concessione, è un diritto, della Fondazione Una Nessuna Centomila e sostenere con forza il suo messaggio, lanciato in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne, a cui anche l’Amministrazione comunale di San Severo partecipa, attraverso l’Assessorato alla Cultura, la cui delega é seguita dal Vicesindaco, Anna Paola Giuliani, con la proiezione del docu-film “La gioia all’improvviso“ , numerosi artisti e attivisti, tra cui volti noti della cultura, della musica e dello spettacolo hanno deciso di unirsi all’iniziativa dando volto e voce a chi spesso non può farsi sentire, perché il silenzio non può più essere una scelta.
Un rovesciamento totale delle responsabilità. La mancanza di reazione interpretata come la volontà a subire quella violenza e il ripensamento, un diritto che per le donne non può essere contemplato. La campagna prova a evidenziare esattamente queste situazioni, ci pone davanti ad una scelta.
Ci mette di fronte a un racconto, ad una casistica in cui tante di noi possono purtroppo ritrovarsi.
Ogni giorno troppe donne si sentono giudicate, colpevolizzate o abbandonate di fronte alla violenza subita. Quante volte si è cercato di giustificare uno stupro con frasi come “Perché non ha reagito?” o “Ma come eri vestita?”.
Basta col rovesciamento delle responsabilità.
Un “NO” deve essere ascoltato. Il silenzio NON è un assenso.
“Se io non voglio, tu non puoi” è la dichiarazione chiara dell’autodeterminazione delle donne, ma è anche la denuncia pubblica e collettiva di un reato che si consuma ogni giorno sulla pelle delle donne.