Un racconto, sarcastico su ciò che accade in Città, non solo, dopo ogni tornata elettorale: i candidati, i simpatizzanti e gli elettori, si sentono traditi. Da chi? Un’esplorazione su questo affascinante mondo di giochetti sporchi, pugnalate alle spalle e cambi di casacca, che, generalizzando, è un’arte antica quanto la politica stessa, praticata con maestria da chi sa come affilare, non solo le parole, ma anche i coltelli, da conficcare nelle spalle dei colleghi.
di Piero Mastroiorio —
Prima di ogni cosa, voglio dire, all’attento lettore, che non farò i nomi, sia dei traditori che dei traditi, neppure sotto tortura, perché non è mia intenzione creare eroi o vittime, però a tutti voglio ricordare un aforisma di chi di traditori ne ha visti parecchi, che suona così: “il tradito sarà anche un ingenuo, ma il traditore sarà sempre un infame”.
Detto ciò voglio raccontarvi, in maniera alquanto sarcastica, quello che accade in Città, comunque non solo in questa ridente cittadina del Tavoliere, che porta il nome di San Severo, dopo ogni tornata elettorale: i candidati, in questa superavano i 500, i simpatizzanti e gli elettori, si sentono traditi. Da chi? Difficile dirlo, generalizzando, però, il tradimento in politica è un’arte antica quanto la politica stessa, praticata con maestria da chi sa come affilare, non solo le parole, ma anche i coltelli, da conficcare nelle spalle dei colleghi. Vediamo di esplorare questo affascinante mondo di giochetti sporchi, pugnalate alle spalle e cambi di casacca.
Molteplici sono le cause del tradimento in Politica:
- Ambizioni Personali: l’inarrestabile sete di potere. Chi non sogna di essere al “comando”, magari facendo le scarpe a chiunque osi intralciare la propria “sete di potere”. Cosa c’è di meglio che ottenere una poltrona più comoda a spese di qualcuno che ti porta fiducia?
- Differenze Ideologiche: perché mantenere le proprie idee salde, quando si può saltare sul carrozzone del vincitore, a volte, anche del perdente, atteso che cambiare bandiera è, ormai, tradizione consolidata, quanto il panettone a Natale, che, forse, qualcuno non mangerà, o la colomba a Pasqua?
- Pressioni Esterne: certo, quando un lobbista, alla sanZvres, per i non poliglotti, sanseverese, puparo, ormai, sono diventati talmente tanti i pupari, da essere più delle teste di legno, in maniera gentile, San Severo è pur sempre città della gentilezza, marionette, che comunque hanno la testa di legno, fa un offerta, come si fa a dire di no ad un appartamentino, qualche migliaio d’euro o un’offerta che non si può rifiutare?
- Crisi di Fiducia: questa, mal comune mezzo gaudio, si verifica sempre, quando il capo non rispetta le tue “profonde” convinzioni politiche, meglio, non ti offre abbastanza benefici personali, è ovvio che sia il momento di guardarsi intorno, per nuove opportunità. Lealtà? Solo fino a che conviene.
Grandi politicanti, grandi burattinai, grandi teste di legno, pardon marionette, per lo stesso motivo di sopra, grandi elettori, coperti e scoperti, non si preoccupano delle conseguenze alle loro ‘strategifurbizie’, che culminano con lo stupore sul come gli elettori siano disillusi. Tradire è quasi un rito di passaggio. Fiducia? Una parola che suona bene nei discorsi, ma che nessuno prende seriamente. Un governo, nazionale o cittadino, che cade, coalizioni che si sfaldano, elezioni anticipate… Un po’ di sano caos è ciò che rende la politica così divertente da seguire. Chi vuole la noiosa stabilità quando si può avere un dramma degno di una fiction? Chi ha tempo per governare, quando si è troppo occupati a guardarsi le spalle? Le promesse elettorali, “…per i cittadini“, “faremo per farla tornare più bella, più sana, più civile“, possono aspettare, ma la propria carriera non può permetterselo.
L’attento lettore si sta sicuramente ponendo la domanda: e la moralità pubblica? Non è un nuovo panino col torcinello, tanto in voga durante le cene elettorali cittadine e non solo, non sapremo mai che fine abbia fatto, se sia stata rapita dai marziani o nascosta dentro il secchio, quello che contiene i torcinelli.
Comunque, non ci annoieremo mai: potremo passare l’estate sotto l’ombrellone a fare paragoni, i nostri presunti traditori paragonati, per vedere se sia vero o meno, a quelli della storia, Giuda, che inchiodava, Gesù alle sue responsabilità politiche, sulla croce, per 40 danari, Marco Giunio Bruto, quello di “quoque tu bruto fili mii”, due icone del tradimento. Chi non ama la storia di un amico fidato che ti pugnala, letteralmente, per ambizione? Una lezione di come la politica possa essere davvero un gioco mortale. Quelli dello statista col sigaro, Winston Churchill, che passava, da un partito all’altro, come se fosse una pallina da di ping-pong, senza nessun problema, regalando alla politica un vero esempio di flessibilità e opportunismo al massimo livello. Vogliamo parlare di due statisti dei giorni nostri della più bella penisola al Mondo, l’Italia, quella nazione dove il dramma politico è quasi un’arte? Ricordate quello statista, che, si credeva condottiero, fondare un nuovo partito in aperta opposizione al Capo? Un vero colpo di scena, un colpo di teatro dei pupi, come direbbero in Sicilia.
Con il tradimento in politica potremmo continuare per pagine e pagine, attesa la sua garanzia di intrattenimento costante. Le sue cause e conseguenze ci ricordano che la lealtà è solo una parola, e che la politica, dopotutto, è solo un grande gioco di potere, dove vince chi tradisce meglio. A breve un nuovo episodio, godiamoci lo spettacolo!