Nel Report, dell’ISTAT, si stima, che, ad oltre 1.166.000a cittadini, il 2,7% della popolazione fra i 18 e gli 80 anni, siano stati offerti denaro, favori o regali per avere il loro voto alle elezioni amministrative, politiche o europee, quota che nel 2015-2016 aveva interessato il 3,7% dei cittadini.
di Piero Mastroiorio —
La ricerca effettuata in Italia dall’ISTAT, Istituto di statistica nazionale, “La corruzione in Italia 2022-2023” c’é un capitolo dedicato al voto di scambio, classificato nel nostro Codice Penale, fra i reati contro l’ordine pubblico, con la denominazione di “scambio elettorale politico-mafioso”, all’Art. 416ter del Codice Penale, seppure con una diversa classificazione giuridica rispetto alla corruzione, che è un reato contro la Pubblica Amministrazione, con cui il voto di scambio ne condivide, per alcuni aspetti, la fenomenologia.
In questo caso il pactum sceleris, cioè “patto di scelleratezza”, meglio, “patto per il delitto”, l’accordo raggiunto tra due o più soggetti per commettere una o più azioni delittuose avviene fra un elettore e un politico, o un suo intermediario, che trasformano in oggetto di scambio quel voto che secondo la nostra Costituzione (art. 48) dovrebbe essere “eguale, libero e segreto”.
Nel Report si stima, che, ad oltre 1.166.000 cittadini, il 2,7% della popolazione fra i 18 e gli 80 anni, siano stati offerti denaro, favori o regali per avere il loro voto alle elezioni amministrative, politiche o europee, quota che nel 2015-2016 aveva interessato il 3,7% dei cittadini.
Il voto di scambio è più frequente in caso di elezioni amministrative, tanto da aver interessato l’1,9% dei cittadini nel 2022-2023, meno per le elezioni politiche ed europee, che si attestano allo 0,9%. I picchi più alti si registrano nel Sud Italia, facendo segnare un secco 4,2% e nel Centro al 3,6%, sebbene sia proprio il Sud a segnalare una forte diminuzione pari a – 2,5% tra gli anni 2015-2016 e 2022-2023.
In cambio del voto sono stati offerti o promessi, soprattutto, favori o trattamenti privilegiati per un totale del 29,3%, beni di valore minore, come pranzi, cene o buoni alimentari o di benzina, pari al 20%, nomine o posti di lavoro, pari al 19,6%, denaro, pari al 11,5% e regali, in misura del 9,8%.
La richiesta del voto in cambio di agevolazioni o altro, è più frequente tra chi ha avuto, anche, richieste di “corruzione”: la percentuale raggiunge il 17,4% rispetto al valore medio del 2,7%.
L’indagine rileva anche l’esperienza indiretta del voto di scambio, tanto che il 3,8% degli italiani, tra i 18 e gli 80 anni di età, dichiara di conoscere personalmente qualcuno, parenti, amici, colleghi, vicini, a cui è stato offerto qualcosa in cambio del voto in qualche tornata elettorale. Dato, questo, che si è più che dimezzato, -54,2%, rispetto alla rilevazione precedente.
Anche in questo caso il primato spetta al Sud, con il 7% ed Isole, con il 4,9%, entrambe le ripartizioni mostrano una diminuzione rispettivamente di circa 9% e 10% rispetto alla rilevazione 2015-2016.
Le elezioni appena terminate faranno segnare ancora il trend in diminuzione?