Mentre, le stime ISTAT rivelano come, nel 2023, la spesa media mensile delle famiglie, si sia ridotta in termini reali, dell’1,8% per effetto dell’inflazione, Assoutenti parla di una “Caporetto dei consumi”.
di Redazione —
Nelle stime diffuse dall’ISTAT, Istituto di Statistica nazionale, diffuse nei giorni scorsi, oltre a dati allarmanti sull’aumento della povertà assoluta, che colpisce oltre 5.700.000 italiani, pari all’8,5% delle famiglie ed il 14% dei minori, ci sono anche le stime sulla spesa delle famiglie nel 2023., che evidenziano quella media mensile cresca, in termini correnti, del 3,9% rispetto all’anno precedente, ma in termini reali si riduce dell’1,8% per effetto dell’inflazione, +5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo. L’andamento della spesa delle famiglie negli ultimi anni vede una forte contrazione, -9,7%) nel 2020, per l’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid.
Nel 2021 alla ripresa dell’attività economica contribuisce, anche l’espansione della spesa delle famiglie mentre nel 2022 la crescita è legata all’inflazione, come spiega l’ISTAT: «L’espansione della spesa prosegue, anche, nel 2022, facendo segnare un+8,7% e nel Mezzogiorno +9,9%, in un contesto di rallentamento della crescita economica, principalmente a causa della rapida accelerazione dell’inflazione. Ritorna ai valori pre-pandemia, anche, il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici (8,0%), che era cresciuto molto nel 2020 (+15,6%) e nel 2021 (13,8%), accompagnandosi a un ingente calo delle spese.
Per il 2023, la stima preliminare della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.728 euro mensili in valori correnti, in crescita del 3,9% rispetto ai 2.625 euro dell’anno precedente. Tale crescita, tuttavia, risente ancora in larga misura dell’aumento generalizzato dei prezzi, +5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, in termini reali, la spesa media si riduce infatti dell’1,8%. Allo stesso tempo il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici, nei primi tre trimestri dell’anno, è sceso al 6,6%, molto al di sotto dei valori pre-pandemia. Questo segnala che le famiglie, per far fronte al forte incremento dei prezzi, hanno diminuito la propria capacità di risparmio.».
«È una ‘Caporetto’ dei consumi. Gli italiani di fatto hanno tagliato la spesa alimentare. Se tutto costa di più, si compra di meno. I rincari dei prezzi che hanno caratterizzato buona parte del 2023 hanno pesato come un macigno sulle tasche degli italiani, portando a profonde modifiche nelle abitudini di spesa delle famiglie», commenta Assoutenti, che, attraverso le parole del suo presidente, Gabriele Melluso, sottolinea: «Per gli alimentari, ad esempio, la spesa dei cittadini è salita del 9%, nel 2023, a causa dei fortissimi incrementi dei listini al dettaglio, a fronte di una riduzione dei consumi nello stesso comparto del -3,7% su base annua. Sempre meno cibo e bevande in tavola, quindi, con gli italiani che in volume hanno tagliato la spesa alimentare per complessivi 6 miliardi di euro, ma i rincari dei prezzi hanno generato anche nuovi poveri nel nostro Paese. Le famiglie in povertà assoluta, salgono, dall’8,3%, del 2022, all’8,5% del 2023, un dato che non può essere sottovalutato. Per questo, chiediamo al governo di avviare misure sul territorio volte a combattere le speculazioni sui prezzi al dettaglio e tutelare la capacità di spesa dei cittadini, a partire dalla definizione a livello locale panieri di prodotti a prezzi calmierati, in modo da sostenere le famiglie alle prese con la spesa quotidiana.».