“Soldati polacchi, francesi e tedeschi, truppe regolari, sono arrivati a Cherkassy”, un diretto coinvolgimento europeo e della NATO potrebbe allungare la guerra e per quanto ancora? Come risponderà Mosca a questa provocazione e, soprattutto, quali armi impiegherà nella risposta?
di Piero Mastroiorio —
Pepe Escobar, in un “cinguettio” su twitter rivela che “soldati polacchi, francesi e tedeschi, truppe regolari, sono arrivati, per ferrovia e per via aerea, a Cherkassy, a sud di Kiev…”, la domanda è scontata: la NATO è di fatto arrivata in Ucraina e con l’arrivo, probabile, della NATO in Ucraina, si allunga l’agonia di quella nazione, che, ormai provata da mesi di guerra, a meno di un accadimento eccezionale, in alcuni mesi, meglio, settimane, a livello di forze armate, starebbe per crollare?
L’esercito ucraino, stando a quando si legge, sulla stampa, non di regime, avrebbe bisogno immediato non solo di armi, ma anche e, soprattutto, di uomini da mandare al macello. L’esercito ucraino, sempre secondo la stampa non allineata, sembra essere allo sbando e solo un diretto coinvolgimento europeo e della NATO potrebbe allungare la guerra e per quanto ancora?
Difficile risposta, ma immaginando che sia una settimana, un mese, lo scenario che si aprirebbe in questo lasso di tempo, diventa assai preoccupante e genera una domanda: come risponderà Mosca a questa provocazione e, soprattutto, quali armi impiegherà nella risposta?
Provando a rispondere, con non poca preoccupazione, se non fossero armi convenzionali, ma atomiche?
In un Mondo sempre più complesso, la prospettiva di una guerra nucleare continua a gettare un’ombra minacciosa sul futuro della sicurezza globale, l’America che non vuole mollare la sua egemonia di comando sul Mondo e la Russia che non tollera questa sua egemonia e, non da ultime, le tensioni tra le nazioni armate con testate nucleari, la corsa agli armamenti e le questioni geopolitiche, potrebbero alimentare il rischio di una guerra nucleare. L’accesso alle armi nucleari da parte di attori non statali e la mancanza di meccanismi efficaci di deterrenza aumentano ulteriormente le preoccupazioni.
Speriamo che gli attori al comando, con la valigetta dai bottoni distruttivi, pensino alla guerra nucleare come, impatto catastrofico sulla vita umana, sull’ambiente e sull’economia globale, al numero spaventoso di vittime dirette alle conseguenze a lungo termine come l’inquinamento radioattivo e le carestie, gli effetti sarebbero difficili da mitigare, se non impossibili e, non come risoluzione ai problemi di comando o possibile ricchezza.
Speriamo che i “disperati”, coloro che, sembrano, non lasciare speranze, privi di rimedi o soluzione, non solo gli ucraini, ma tutti gli occidentali che hanno perso e non vogliono ammetterlo, non provochino ulteriormente la Russia, si veda l’ultimo attentato, dove si tira fuori (!?) la fantomatica ISIS per coprire chi, vilmente, si nasconde dietro le quinte della regia occulta.
Un attentato che potrebbe essere agevolmente letto come una dichiarazione di guerra dell’Occidente alla Russia. Una provocazione, un tentativo di destabilizzare la Russia per portarla a reagire con forza.
Speriamo in una reazione prudente di Putin, visto che solo lui, intenzionato a sedersi, più volte, al tavolo delle trattative, fatto saltare da chi vuole realmente la guerra, può salvarci da una guerra che sarebbe distruttiva per tutti.
Inutile sottolineare l’urgenza di adottare misure concrete per evitare una guerra nucleare: consapevolezza pubblica, impegno diplomatico e ricerca di soluzioni pacifiche, sono essenziali per garantire un futuro più sicuro e stabile per le generazioni a venire.