Federcepicostruzioni chiede un confronto affinché si predispongano nuove misure di sostegno per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare, includendovi edilizia residenziale pubblica, enti e uffici, scuole, case circondariali e ospedali.
di Piero Mastroiorio —
Federcepicostruzioni scrive ai rappresentanti del Governo per rivendicare un esame obiettivo sul Superbonus 110%, ed invocare nuove misure per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli edifici. Lo fa con una lettera e una dettagliata analisi del Centro Studi Federcepicostruzioni, che scaturisce da una complessa analisi di dati desunti da una pluralità di fonti, autorevoli e imparziali, in cui si evidenziano gli impatti che la misura ha avuto sull’economia nazionale.
Lo studio rivela come il 61% degli immobili, in Italia, oltre 7.500.000, sono in classe energetica F e G e necessitano, anche alla luce delle Direttive europee, di urgenti lavori per il contenimento del consumo energetico. L’elevata sismicità del territorio nazionale e la vetustà degli immobili impongono urgenti lavori di messa in sicurezza, per evitare più onerosi e problematici lavori di ricostruzione che conseguono ad ogni evento sismico.
Dei 107,3 miliardi di euro ammessi a detrazione al 31 gennaio scorso, 36,48 (pari al 34%) sono già rientrati (o rientreranno) nelle casse dello Stato tra maggiori introiti IVA, IRES, IRPEF sulle buste paga dei nuovi occupati, contributi previdenziali e assicurativi. Se a questi si assommano i 13,9 miliardi di euro di finanziamenti garantiti a questa misura del Superbonus, ne consegue che 50,48 miliardi di euro sono già disponibili per il bilancio dello Stato.
Gli investimenti ammessi a detrazione, rivela lo studio, 107,3 miliardi, hanno generato un impatto economico complessivo sull’economia nazionale per 354,09 miliardi: 159,08 per effetto diretto, 71,83 per effetto indiretto, spesa aggiuntiva determinatasi nel comparto e nell’indotto per la nuova domanda generatasi per semilavorati, prodotti intermedi e servizi, i restanti 122,9 per effetto indotto, maggiori retribuzioni e, quindi, maggiori consumi con conseguenti incrementi della produzione per fronteggiare la nuova domanda.
Il PIL, Prodotto Interno Lordo, Italiano, grazie agli investimenti del Superbonus, è cresciuto negli anni di vigenza di questa misura, per oltre 200 miliardi di euro: non è affatto casuale che la crescita abbia subito un brusco rallentamento subito dopo la cancellazione. Grazie al Superbonus, sono stati creati 986.632 posti di lavoro: 522.793 in edilizia e 463.839 nei settori collegati.
Del Superbonus, inoltre, contrariamente a quanto ancora si sostiene, non ha affatto beneficiato il solo (e neppure in maniera preponderante) settore dell’edilizia. Anzi, la destinazione funzionale della ricchezza generata è andata ad appannaggio della Pubblica amministrazione per il 34%, delle Costruzioni (21,8%), dell’industria manifatturiera (18,2%), delle Banche (13%) e dei Servizi di progettazione (13%). Considerevoli, anche, gli impatti sulla bolletta energetica e sull’ambiente. La riqualificazione di 471.778 edifici determina un risparmio energetico di 9.050 GWh, pari ad un valore di 3 miliardi di euro annui in bolletta, la produzione di 5 GW annui di energia da fonti rinnovabili solo nel 2023, la diminuzione delle immissioni annue di CO2 nell’atmosfera per 6,5 tonnellate ed il risparmio di 1.363 tonnellate di petrolio.
«Nonostante l’evidenza ed eloquenza di questi dati ci si continua a soffermare sul dato degli oltre 107 miliardi di detrazioni e sull’impatto sul bilancio dello Stato, si continua, però, a trascurare non solo il valore economico generato e, quindi, il reale impatto sull’economia, ma addirittura i maggiori introiti per lo Stato, che già oggi hanno in buona parte compensato i minori introiti conseguenti alle detrazioni», scrive il Presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi nella missiva indirizzata Ministri e Sottosegretari, in cui si chiede un confronto affinché si predispongano nuove misure di sostegno per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare, includendovi edilizia residenziale pubblica, enti e uffici, scuole, case circondariali e ospedali, sottolineando: «Si continua ad omettere nelle valutazioni il reale impatto che il Superbonus ha avuto sull’occupazione e, di conseguenza, sui redditi e sui consumi, sull’ambiente, sulla sicurezza, sui consumi energetici, sulla riqualificazione di un patrimonio immobiliare vetusto, energivoro e insicuro, sul rilancio complessivo del settore e di tutto l’indotto collegato. ».