Nell’anno scolastico 2022-2023 nelle scuole di ogni ordine e grado, escluse le Università, il totale degli studenti con disabilità è di circa 338.000, in crescita del 7% rispetto all’anno precedente, con un a prevalenza di maschi, sono 229 ogni 100 femmine. Gli insegnanti per il sostegno sono circa 228.000, con un rapporto di un insegnante per 1,6 alunni, dei quali 67.000 non hanno una formazione specialistica.
di Piero Mastroiorio —
Lo scorso 16 febbraio 2024 l’ISTAT, Istituto di statistica nazionale, ha reso noto alcuni dati relativi agli studenti con disabilità, che hanno frequentato l’anno scolastico 2022-2023 nelle scuole di ogni ordine e grado, escluse quindi le Università, come il loro numero che è di circa 338.000, con una crescita pari al 7% rispetto all’anno precedente, in prevalenza di sesso maschile, 229 ogni 100 femmine. Caratteristica, questa, che, da tempo le statistiche dicono essere disturbi dello sviluppo neurologico molto più frequenti presso la componente maschile della popolazione.
Considerando che non è infrequente la compresenza di disturbi diversi, il 37% dei circa 338.000 bambini e ragazzi, presenti nelle scuole italiane, presenta disabilità intellettiva, il 32% disturbi dello sviluppo psicologico, nella scuola dell’infanzia la quota sale al 57% degli alunni che presentano una disabilità, seguono i disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione, entrambi poco al di sotto del 20%, mentre sono decisamente meno frequenti le disabilità motorie, visive e uditive. In generale, quasi un terzo ha problemi di autonomia all’interno della scuola, cioè ha difficoltà nello spostarsi, nel mangiare o nell’andare in bagno.
Gli insegnanti per il sostegno sono circa 228.000, con un rapporto di un insegnante per 1,6 alunni, dei quali 67.000 non hanno una formazione specialistica, inoltre, a un mese dall’inizio della scuola circa il 12% degli insegnanti per il sostegno risulta non ancora assegnato e non è garantita la continuità nel rapporto con gli alunni: quasi il 60% ha cambiato insegnante per il sostegno rispetto all’anno precedente, soprattutto nella scuola dell’infanzia, dove la quota arriva al 75%. Il numero medio di ore settimanali di sostegno è 15,3 che nella scuola dell’infanzia sale a 20,2 e nella primaria a 16,7 mentre scende a 13,4 nella secondaria di secondo grado. Infine, sono 68.000 circa gli assistenti alla comunicazione e all’autonomia che affiancano gli insegnanti. Si tratta di personale specializzato finanziato dagli enti locali e il cui compito è quello di favorire l’interazione con insegnanti e compagni, in alcuni casi anche attraverso la conoscenza della lingua dei segni.
Insegnanti e scuole possono, anche, avvalersi di tecnologie educative e ausili specifici, come quelli per predisporre una didattica attenta alle esigenze specifiche degli alunni con disabilità, attraverso programmi di video-scrittura, sintesi vocale, riconoscimento ottico di caratteri, eBook e audiolibri, fogli di calcolo, programmi per la creazione di mappe.
Le tecnologie educative sono in continua evoluzione, ma, nei fatti, non sono ancora molto usate dagli insegnanti per il sostegno: solo nella metà delle scuole tutti gli insegnanti ne fanno uso, mentre, nelle restanti scuole l’utilizzo è limitato a pochi insegnanti o completamente assente e, nonostante, l’approccio inclusivo alla didattica sia raccomandato, anche ai docenti curricolari, solo il 7% dell’intero corpo docente si avvale delle nuove tecnologie, per predisporre materiali didattici accessibili dagli alunni con disabilità. Limitati anche gli ausili messi a disposizione dalle scuole per facilitare il processo di apprendimento: il 7,3% degli studenti non dispone di ausili, ma ne avrebbe bisogno, con la percentuale che sale al 15% per i sistemi informatici per la lettura e lo studio e al 18% per i software che sostengono il potenziamento delle abilità di base, per il 66% degli studenti che a scuola usano un pc o un tablet, nel 15% dei casi lo strumento è fornito dalla famiglia.
In fine, il report dell’ISTAT, rivela, come l’83% degli studenti con disabilità degli ultimi tre anni delle scuole secondarie di secondo grado ha partecipato nell’anno scolastico 2022-2023 ai PCTO, Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, noti come alternanza scuola-lavoro, che potrebbero rappresentare un’occasione particolarmente importante per sviluppare la propria autonomia e le competenze lavorative di base, la cui modalità più utilizzata è quella del percorso in azienda, in cooperativa, o di tipo scolastico. Il percorso aziendale raggiunge il 64% di studenti nelle scuole del Nord, mentre in quelle del Mezzogiorno si ferma al 43% di studenti coinvolti.
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