Insegnare in libertà, dare maggior potere agli insegnanti, in una giornata che sia monito e per rivalutare tale figura dandole giusto rispetto e posto all’interno del sistema sociale, ma sia anche una riflessione per gli insegnanti ricordando loro la grande responsabilità nei confronti del futuro del singolo individuo e della comunità.
di Tiziana Conte
Oggi, 5 ottobre 2021, ricorre la Giornata mondiale degli insegnanti, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), negli anni scorsi ha commemorato lo status dell’insegnante considerandolo come “la principale struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti su scala mondiale”.
La figura dell’insegnante nel corso della storia ha avuto designazioni differenti e ruoli sociali contrastanti, passando da un ruolo riconosciuto come autorità dello Stato a un ruolo servile e svilente.
Il Covid 19 e le vicende legate al lockdown hanno portato nuovamente all’attenzione sociale politica ed economica il ruolo fondamentale della scuola e soprattutto il ruolo imprescindibile dell’insegnante, la sua caparbietà e capacità di reinventare un mestiere per riuscire a rispondere tempestivamente alle emergenza.
La pandemia deve essere vista come opportunità di rivalutare la figura professionale “visionaria” e coraggiosa del maestro, sempre rivolta al futuro, attenta alle criticità sociali e culturali della Nazione sentendo la responsabilità politica e civile del futuro del Paese.
“Essere Maestro” non è un ripiego professionale, all’interno di esso della sua anima della sua professionalità non convergono soltanto i saperi, ma la sua figura racchiude elementi etici e valoriali, modelli comportamentali e soprattutto l’amore indiscusso per l’umanità e le giovani generazioni, esso ha occhi profondi e “innamorati”, è un eterno sognatore, si riconosce per il suo entusiasmo e per il fanciullo che è in lui, alimentato dalla volontà di non invecchiare ed essere in grado di capire, anche se lo scarto generazionale anagrafico tra lui e i suoi alunni può essere elevato, il linguaggio e i bisogni dei suoi alunni, è in grado di emozionarsi, sorprendersi, scoprire, e vivere sempre quell’emozione della prima volta.
Nonostante la grande responsabilità sociale che la figura dell’insegnante riveste all’interno della società, essa non ha ancora i giusti riconoscimenti, gli insegnanti subiscono la trascuratezza da parte dello Stato/Regione/Provincia in termini di rispetto, giusto ruolo all’interno di un sistema professionale. Mi preme ricordare, l’affermazione del Ministro Bianchi in occasione delle commemorazioni del 2 giugno 2021 : “gli insegnati sono i primi rappresentanti dello Stato che un cittadino incontra nella sua vita”. Io aggiungerei: “che lo indirizza verso scelte di vita a volte come riscatto sociale altre volte rischiando di perderlo”.
La giornata di oggi sia monito per l’opinione pubblica per rivalutare tale figura dandole giusto rispetto e posto all’interno del sistema sociale, ma sia anche una riflessione per gli insegnanti ricordando loro la grande responsabilità nei confronti del futuro del singolo individuo e della comunità.