I risultati di uno studio sostenuto da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e coordinato dall’Università degli Studi di Milano assieme all’ Università degli Studi di Bologna, pubblicati su Annals of Oncology, che prevedono per il 2022 una diminuzione del tasso di mortalità per il tumore dell’ovaio del 17% circa nel Regno Unito e del 7% circa nell’Unione Europea, rispetto al 2017, grazie principalmente all’utilizzo di contraccettivi orali, nonché, la previsione di diminuzione per i tassi di mortalità dei dieci tumori più comuni, tranne che per il cancro al pancreas e al polmone nelle donne.
di Piero Mastroiorio —
«Battere il cancro è non è più soltanto un sogno ma è oramai diventato un obiettivo concreto su cui lavorare con massimo impegno. In una giornata come questa è fondamentale sollecitare l’impiego di maggiori risorse europee per aumentare gli sforzi e poter vincere la battaglia contro i tumori», dice Aldo Patriciello, eurodeputato e membro della Commissione speciale contro il cancro del Parlamento europeo, in occasione della Giornata Mondiale contro i tumori, un’iniziativa globale istituita il 4 febbraio del 2000 per aumentare la consapevolezza e le azioni nella lotta contro le malattie oncologiche, spiegando che: «Ogni 9 secondi nell’UE viene diagnosticato un nuovo caso di cancro. Stiamo parlando, purtroppo, della seconda causa di mortalità dopo le malattie cardiovascolari e di un onere enorme per i nostri sistemi sanitari e sociali. Ecco perché la ricerca e l’innovazione nella lotta al cancro sono stabilmente tra le priorità sanitarie dell’UE.
È un percorso iniziato due anni fa, prima che la pandemia dilagasse in tutto il continente, quando i presidenti delle istituzioni europee dinanzi al Parlamento riunito in sessione plenaria lanciarono le basi di quel piano europeo di lotta contro il cancro che come commissione parlamentare BECA voteremo il prossimo 15 febbraio a Strasburgo. Affrontare le ineguaglianze legate al trattamento del cancro negli Stati membri, migliorare la prevenzione e la cura sono priorità non più differibili. Molto è stato fatto molto in questi due anni, ma molto altro dovrà essere fatto in quelli a venire, a cominciare dall’istituzione di una rete UE per i giovani che sono sopravvissuti al cancro. Senza tralasciare il lavoro sulla prevenzione, sulle nuove tecnologie e soluzioni digitali e su tutto ciò che può migliorare gli standard di cura nell’UE.».
Intanto i risultati di uno studio sostenuto da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e coordinato dall’Università degli Studi di Milano assieme all’Università degli Studi di Bologna, pubblicati su Annals of Oncology, prevedono per il 2022 una diminuzione del tasso di mortalità per il tumore dell’ovaio del 17% circa nel Regno Unito e del 7% circa nell’Unione Europea, rispetto al 2017, grazie principalmente all’utilizzo di contraccettivi orali. In diminuzione anche i tassi di mortalità dei dieci tumori più comuni, tranne che per il cancro al pancreas e al polmone nelle donne.
Carlo La Vecchia, coordinatore della ricerca e docente di Statistica Medica presso l’Università degli Studi di Milano, rivela: «L’uso a lungo termine di contraccettivi orali riduce del 40% circa il rischio di cancro alle ovaie nelle donne di mezza età e anziane. Anche altri fattori possono essere parzialmente responsabili, come una riduzione nell’uso della terapia ormonale sostitutiva. Miglioramenti nella diagnosi, nella chirurgia e nell’utilizzo di trattamenti più efficaci, come i farmaci a base di platino negli anni ’80, i taxani negli anni ’90 e, più recentemente, la gemcitabina, la chemioterapia intraperitoneale, bevacizumab e gli inibitori di PARP per le donne con mutazioni BRCA, possono contribuire a una migliore sopravvivenza. Tuttavia, questi fattori sono minori rispetto all’effetto protettivo a lungo termine dei contraccettivi orali. Ci aspettiamo che queste tendenze favorevoli continuino.».
Il professor La Vecchia e i suoi colleghi prevedono che i tassi di mortalità per i dieci tumori più comuni continueranno a diminuire nella maggior parte dei Paesi europei nel 2022, anche se il numero di persone che muoiono aumenterà a causa dell’invecchiamento della popolazione. Una percentuale maggiore di anziani nella popolazione significa un numero maggiore di persone nell’età in cui è più probabile che i tumori si sviluppino e che le pazienti muoiano di cancro. Si prevedono circa 1.446.000 decessi per cancro nell’UE e nel Regno Unito nel 2022 (1.269.200 nell’UE e 176.800 nel Regno Unito). Ciò corrisponde a una diminuzione del 6% negli uomini (126,9 decessi ogni 100.000) e del 4% nelle donne (80,2 ogni 100.000) nell’UE dal 2017 e del 7% (113,2 ogni 100.000) negli uomini e del 6% (87,6 ogni 100.000) nelle donne nel Regno Unito.
La principale eccezione alle tendenze favorevoli è il cancro del pancreas, per il quale i tassi di mortalità continuano ad aumentare nelle donne (+3,4%) con poche variazioni negli uomini (in calo dello 0,7%) nell’UE, sebbene nel Regno Unito siano in calo del 5% negli uomini e del 2% nelle donne. Il tumore del pancreas ha superato quello della mammella, diventando la terza causa più comune di morte per cancro nell’UE (87.300 decessi, con un tasso di mortalità rispettivamente di 8,1 e 5,9 per 100.000 negli uomini e nelle donne).
Anche i decessi per cancro al polmone continuano ad aumentare nelle donne dell’UE (+2%), anche se il tasso di aumento sta rallentando, e i decessi per cancro dell’utero sono aumentati del 5% nelle donne del Regno Unito.
«Il tabacco continua a svolgere un ruolo chiave ed è la principale causa di decessi per cancro in tutta Europa. Il fumo influenza i tassi di mortalità per una serie di tumori, inclusi i tumori del pancreas, dei polmoni e della vescica. La mancanza di progressi sul cancro del pancreas dovrebbe far suonare un campanello d’allarme nelle istituzioni sanitarie dell’UE, poiché meno del 5% dei pazienti che sopravvive a cinque anni dalla diagnosi», le parole di Carlo La Vecchia a riguardo, a cui hanno fatto eco quelle di Eva Negri, docente dell’Università di Bologna, che ha sottolineato: «Oltre al calo della prevalenza del fumo negli uomini, i principali determinanti dell’andamento favorevole della mortalità per cancro sono i progressi nel trattamento e nella diagnosi del cancro del colon-retto, della mammella e della prostata, così come in molti tumori più rari.».
I ricercatori, unico gruppo di ricerca in Europa a pubblicare previsioni annuali per tutti i tumori, oltre alle informazioni sui dieci tumori più comuni, ha raccolto dati sui decessi dai database di Eurostat e dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 1970 al 2017, o fino al 2016 per il Regno Unito, hanno analizzato i tassi di mortalità per cancro nei 27 Stati membri dell’UE nel suo insieme e separatamente nel Regno Unito, per poterli confrontare con gli anni precedenti in cui il Regno Unito era ancora membro dell’UE, esaminato i cinque Paesi più popolosi dell’UE (Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna) e, individualmente, per i tumori di stomaco, intestino, pancreas, polmone, seno, utero (compresa la cervice), ovaio, prostata, vescica e leucemie per uomini e donne, avvertendo, che le loro previsioni dovrebbero essere interpretate con cautela e che quest’anno potrebbero essere influenzate dalla pandemia di Covid-19, hanno stimano che quasi 5,4 milioni di decessi per cancro sono stati evitati tra il 1989 e il 2022 nell’UE, 369.000 nel solo 2022, rispetto al picco dei tassi di mortalità per cancro nel 1988. Nel Regno Unito, nello stesso periodo sono stati evitati poco più di un milione di decessi, di cui 73.000 nel 2022.
«L’epidemia di Covid-19 può effettivamente influenzare le tendenze positive nella mortalità per cancro che sono state osservate nell’ultimo decennio in Europa. Prevediamo che la campagna di vaccinazione che ha mirato ai pazienti oncologici come popolazione prioritaria da proteggere mitigherà l’impatto negativo che è stato osservato durante il 2020, anche se questi pazienti hanno una risposta immunitaria più debole rispetto agli individui sani», ha detto professor Paolo Boffetta (MD), coautore e editore associato di Annals of Oncology per l’epidemiologia, professore e direttore associato per le scienze della popolazione presso la Stony Brook University di New York, nonché, professore presso l’Università di Bologna.