di Romano Pesavento – Presidente CNDDU
Oggi, 3 marzo si celebra nel Mondo la Giornata internazionale della natura, di cui le Nazioni Unite istituirono la ricorrenza, con soluzione 68/205, mediante approvazione dell’Assemblea generale il 20 dicembre 2013. Tra le giornate è sicuramente una delle più recenti, ha appena dieci anni, tuttavia, riveste un’importanza sostanziale per la sopravvivenza di ciascuno di noi.
Dedicare una giornata alla Natura significa riflettere sui delicatissimi equilibri del nostro fragile ecosistema, significa valutare e monitorare le scelte operative dei governi mondiali, in funzione della tutela ambientale, significa educare all’amore per il nostro pianeta, avvalendosi con cognizione di causa delle sue risorse in modo ecosostenibile; significa dare una possibilità al nostro presente e al futuro delle generazioni dopo di noi.
Se è vero che dopo gli anni ’50 l’inquinamento ha raggiunto livelli elevatissimi nei paesi industrializzati, prima, in quelli in via di sviluppo dopo, è anche vero che posteriormente agli anni ’70 è cresciuta la consapevolezza dell’opinione pubblica orientata da alcuni media nei confronti di condotte scriteriate e molti movimenti o leader politici hanno incominciato a porre il problema della responsabilità ambientale.
Periodicamente i grandi del mondo intavolano discussioni per trarre un bilancio circa la situazione in atto, COP26 di Glasgow, il buco dell’ozono, grazie all’eliminazione di alcuni gas particolarmente nocivi adoperati nelle bombolette spray, si sarebbe ridimensionato, ma c’è tanto altro da fare sul fronte delle emissioni di CO2 , anidride carbonica, nell’atmosfera,
Negli ultimi 30 anni nell’atmosfera sono state immesse 871 gigatonnellate di CO2:, con una media di 29 all’anno, dell’energia alternativa a quella derivata dai combustibili, da promuovere come pratica condivisa, es. la normativa europea prevede una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 come stabilito dagli accordi COP26 o l’Agenda 2030, dello smaltimento corretto dei rifiuti, della limitazione della produzione di oggetti non biodegradabili.
Ricercatori e scienziati si stanno impegnando per migliorare la qualità della nostra vita e della nostra salute mediante studi, ritrovati, scoperte e soluzioni atte a proteggere la Terra. Eppure la vera rivoluzione avverrà solo quando in ogni famiglia, ogni individuo, adotterà “buone” abitudini in funzione di un minor dispendio energetico e della riutilizzazione dei materiali a disposizione per contenere un esubero di prodotti diventati superflui.
Il consumismo e la produzione di manufatti di scarsa qualità con elementi di basso costo e spesso ricavati da PVC possono comportare l’immissione senza sosta di tonnellate di rifiuti potenzialmente eterni. La sfida è proprio quella di promuovere nei giovani comportamenti virtuosi e l’attenzione nei confronti del proprio habitat. La scuola ancora una volta in una simile partita può giocare un ruolo essenziale: la difesa dell’ambiente è un argomento sia di contenuto trasversale sia specifico, in quanto afferente alle scienze; ma una sua collocazione consona può essere anche tra le UDA di Educazione civica. Non può esistere la cittadinanza responsabile senza una coscienza ambientale ben formata.
Oggi il mondo rischia di far registrare un aumento della temperatura pari a 2,7°C entro la fine del secolo, ben superiore al target di 1.5°C stabilito negli accordi di Parigi. Il tutto è correlato a un’impennata dei decessi dovuti all’inquinamento atmosferico, che, secondo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, risultano pari a 7.000.000 di decessi ogni anno. Tale realtà ha indotto i movimenti ecologisti e gli esponenti politici più sensibili alla tematica ad allarmarsi.
Il CNDDU, Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, come ogni anno, intende sensibilizzare le scuole italiane in merito, svolgendo durante la settimana in corso attività di approfondimento divulgazione e dibattito con gli studenti, proponendo di realizzare un flash mob con #AbbracciamolaNatura alla cui realizzazione-ideazione docenti e studenti potranno dedicare la loro creatività. Ogni studente potrà indossare come maschera l’immagine della Terra, ottenuta dal satellite Goes-18, mediante la quale sarà possibile studiare e prevenire una serie di attentati all’ecosistema, o una maglietta con la prima immagine della terra del 24 ottobre 1946. Nel ricordare la frase “Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità d’espressione e, per così dire, un’anima”, di Vincent Van Gogh, segnalo l’indirizzo email a cui inviare i contributi: coordinamentodirittiumani@gmail.com.
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