RUIU: «Uno Stato che celebra questa giornata, ma che spinge per adottare leggi sull’eutanasia è incivile e ipocrita. Questi cittadini devono litigare per ottenere i loro diritti, dall’assistenza alle cure, fino ad arrivare alle palliative, troppo spesso irraggiungibili. Le famiglie si indebitano per ottenere con il privato quello che il pubblico non gli assicura, e la risposta è il Testo Unico in discussione alla Camera?».

di Redazione —

«Nella nostra società i disabili e le famiglie che li accolgono sono spesso considerati solo un peso economico o l’ultima ruota del carro. La Giornata Internazionale delle persone con disabilità, che si celebra il 3 dicembre, ci deve ricordare che nessuna vita merita di essere scartata, come invece vuole far credere chi, in queste settimane, porta avanti istanze legislative e referendarie pro eutanasia e pro suicidio assistito. Infatti le associazioni internazionali delle persone con disabilità sono contrarie all’eutanasia e al suicidio assistito», dice Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia.

«Uno Stato che celebra questa giornata, ma che spinge per adottare leggi sull’eutanasia è incivile e ipocrita. Questi cittadini devono litigare per ottenere i loro diritti, dall’assistenza alle cure, fino ad arrivare alle palliative, troppo spesso irraggiungibili. Le famiglie si indebitano per ottenere con il privato quello che il pubblico non gli assicura, e la risposta è il Testo Unico in discussione alla Camera?
Viviamo dunque in una società che invece di accogliere e sostenere i cittadini più fragili, li scarta, fino a spingerli ad uccidersi.
Dobbiamo e vogliamo, invece, sforzarci per eliminare la sofferenza, non il sofferente.
In Belgio l’eutanasia è praticamente imposta per minori, depressi e disabili: non è questo quello che l’Italia si merita e non è un caso se queste pratiche sono legali in soli 7 Paesi su 194!

Questo tempo di Covid ha palesato e a volte esaltato tutte le ingiuste discriminazioni che vivono i più fragili e le loro famiglie, troppo spesso abbandonate a loro stesse, tanto da costringerci ad attivare SOS Disabili, per porci accanto a loro e provare a difendere con unghie e denti i loro diritti, primi tra i quali l’assistenza domiciliare e lo studio. Accogliamo con favore l’introduzione della Disability Card, destinata a 4 milioni di persone che hanno tra il 67% e il 100% di invalidità, ma non può che essere solo un primo passo verso politiche che siano davvero al fianco di questi cittadini», sottolinea Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo della Onlus.

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