I rincari e le ingiustificate speculazioni sui carburanti destano le preoccupazioni delle Associazioni dei Consumatori per le possibili conseguenze sui prezzi al dettaglio e sui costi a carico dei cittadini, tanto da chiedere di «intervenire con decisione contro le speculazioni e adottando misure di carattere strutturale per arginare i rincari…».
di Redazione —
Dopo la breve pausa nella pazza corsa dei prezzi dei carburanti, ricomincia la corsa con una media nazionale, per la benzina in self service pari a 1,91 €/l, il gasolio a 1,83 €/l, mentre, per il servito, per la benzina si hanno prezzi medi praticati con aumenti che arrivano a 2,049 €/l, con valore percentuale pari a 2,037 e la media del diesel servito cresce a 1,973 €/l, contro 1,963.
«Sugli aumenti pesano, le speculazioni in atto, come calcolato dall’O.N.F., Osservatorio Nazionale Federconsumatori, cha ha valutato, tenendo conto delle variazioni del costo del petrolio, del livello di cambio e del taglio delle accise, che ancora oggi sui carburanti vi è un sovrapprezzo di circa 23 centesimi», dice la Federconsumatori, sottolineando: «Questo si traduce, per una famiglia che effettua 2 pieni al mese di circa 50 litri, in un aggravio di 264 € annui. Rincari elevatissimi e ingiustificati, che fanno lievitare a dismisura i prezzi dei beni di largo consumo, trasportati per oltre l’86% su gomma. Di questo passo i costi divengono insostenibili per le famiglie, che sono costrette sempre di più a fare tagli e rinunce, persino nel settore alimentare e delle cure.».
Anche secondo il Codacons, la nuova fiammata dei listini dei carburanti avrà effetti pesanti sui prezzi al dettaglio e sui cittadini, che analizza: «Negli stessi giorni dello scorso anno la benzina costava 1,593 €/l, il gasolio 1,452 €/l. Oggi per un litro di verde si spende il 20% in più rispetto al 2021, addirittura +26% per il diesel. Un pieno di benzina costa oltre 16 € in più, mentre per un pieno di gasolio si spendono in media 19 € in più rispetto al 2021», ed attraverso le parole del suo presidente, Carlo Rienzi, nel chiedere di «adottare nuove misure per calmierare i listini dei carburanti e combattere le speculazioni, che danneggiano non solo i consumatori, ma l’intera economia», precisa: «I listini dei carburanti hanno effetti diretti su prezzi e tariffe di una moltitudine di beni e servizi, e i nuovi rialzi avranno conseguenze pesanti sull’inflazione e sulle tasche delle famiglie. Il prossimo 8 luglio scadrà inoltre il taglio delle accise disposto dal Governo e, in assenza di una proroga, ci sarà una ulteriore impennata dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa.».
Intanto, stando a quanto detto, su Rainews 24, notizia poi ripresa dall’ANSA, dalla sottosegretaria all’economia Maria Cecilia Guerra, come sia «molto probabile» che il «Governo intervenga ancora sulle accise», il presidente dell’UNC, l’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha detto: «Un’ottima notizia, se non significa, però, che il Governo si limiterà solo a prolungare il taglio delle accise oltre l’8 luglio. Va infatti, innalzata anche la riduzione delle accise di almeno altri 10 cent, superando i vincoli europei che scatterebbero per il gasolio.».
Dello stesso parere anche Federconsumatori, che, nel dire «Fa bene il Governo a pensare di predisporre ulteriori interventi sulle accise», conclude: «ma sarebbe ora di intervenire con decisione contro le speculazioni e adottando misure di carattere strutturale per arginare i rincari, a partire dalla richiesta di non applicare l’IVA sulle accise sui carburanti, una vera e propria tassa sulla tassa e di contingentarne il carico fiscale in rapporto alla media europea.».