UNATRAS: «C’è il rischio concreto che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare. Ora però la situazione è allarmante. Tanto che la nostra Presidenza, al termine della riunione di questa mattina, ha deliberato lo svolgimento nelle prossime settimane di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del territorio nazionale.».
di Redazione —
Dopo la riunione della Presidenza UNATRAS, associazione di più sigle dell’autotrasporto, come informa Confartigianato Trasporti, dello scorso 9 febbraio 2022, per analizzare la grave situazione che vive il settore dell’autotrasporto, è stato deciso di inviare una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Mario Draghi, al Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Prof. Enrico Giovannini e alla Viceministra Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Sen. Teresa Bellanova, per rappresentare l’urgenza di risposte immediate di sostegno alle imprese con provvedimenti specifici per contenere il caro carburanti ed affrontare le criticità impellenti.
Nella missiva, UNATRAS, ha denunciato l’indifferenza del Governo e deliberato lo svolgimento, nelle prossime settimane, di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del territorio nazionale, che, nel perdurare di mancanza di impegni precisi da parte dell’Esecutivo, non potranno che essere propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi.
Nella lettera inviata al governo, oltre a chiedere di andare ‘oltre l’indifferenza’ dando risposte concrete, già dall’incontro fissato per il 17 febbraio 2022, gli autotrasportatori, avvertono: «Quello che si è abbattuto sul mondo dell’autotrasporto è un ciclone spaventoso. Il malcontento è diffuso nei territori tra le imprese e sta generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate.».
«C’è il rischio concreto che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare. Ora però la situazione è allarmante. Tanto che la nostra Presidenza, al termine della riunione di questa mattina, ha deliberato lo svolgimento nelle prossime settimane di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del territorio nazionale. Iniziative che, in assenza di impegni precisi da parte dell’Esecutivo, non potranno che essere propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi», spiega UNATRAS, che ha più volte aperto al dialogo e ricordato che «Il settore è fondamentale per l’economia italiana: nel nostro Paese oltre l’80% delle merci viaggia su gomma, e i nostri mezzi nelle fasi peggiori della pandemia hanno continuato a viaggiare garantendo l’approvvigionamento dei beni primari.».
«Migliaia di operatori sono da un anno e mezzo alle prese con il rincaro dei carburanti, che negli ultimi mesi ha viaggiato ‘a mille’ e non accenna a placarsi. Gli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e gas, infatti, riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso, ma anche l’additivo AdBlue per i veicoli più moderni e il GNL (gas naturale liquefatto). Parliamo di aumenti generalizzati di oltre il 25% in un anno, con maggiori costi per oltre 535.000.000 di € che l’autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle aziende», spiegano le associazioni che, concludono, chiedendo «un intervento urgente capace di stemperare la tensione favorendo le condizioni per una soluzione dei problemi attraverso:
• i provvedimenti economici di sostegno alla categoria, quali crediti di imposta per i maggiori costi sostenuti per i carburanti, attingendo dal ‘tesoretto’ che ha incassato il Fisco sull’IVA pagata per le accise;
• la previsione di un meccanismo di adeguamento automatico per l’aumento del gasolio;
• la ripubblicazione aggiornata da parte del MIMS dei costi di esercizio che gravano sugli autotrasportatori;
• l’apertura del tavolo di lavoro permanente sulle regole di settore, per un’analisi approfondita che affronti in particolare l’impatto delle nuove norme comunitarie in tema di accesso al mercato, le semplificazioni burocratiche e la revisione degli onerosi obblighi formativi per contrastare la carenza di conducenti.».